Uno spettro si aggira per l’Italia, non ancora per l’Europa: è il fantasma dell’antirenzismo.
Deaglio a proposito dell’abolizione del Senato (Il Venerdì di Repubblica di due settimane fa) Scalfari ogni domenica, Crozza tutti i venerdì con replica, la Camusso un giorno sì l’altro forse (come sostiene giustamente Landini, la signora è un po’ ondivaga). Pippo Civati, nomen omen, forse, non sa, ci sta pensando.
Ma il capolavoro assoluto, il colpo di genio è dell’uomo di Bettola, il solo che negli ultimi 270 anni di democrazia sia riuscito a essere sgradito persino ai propri compaesani. Guarito (evviva) da un brutto incidente cerebrale, ha avuto il coraggio, se non il merito, di sintetizzare il nucleo concettuale e comportamentale del “gruppo dirigente” del PD dichiarando da Fazio Fabio: “Sosterrò Renzi, ma con le mie idee”, una frase che è il trionfo dell’aporia, l’ossimoro al cubo, il nonsense che al confronto il “Mago di Oz” è un classico cartesiano.
Una roba che fa persino impallidire lo sciagurato “nè aderire nè sabotare” dei socialisti (sic) all’alba della I Guerra Mondiale. Che caspita vuol dire “Sosterrò Renzi, ma con le mie idee” se non “ora ci tocca di stare di botte, ma alla prima occasione…”? Ecco un altro, in verità l’ennesimo, buon motivo per aver votato alle primarie l’eccessivo, il fastidioso, lo strabocchevole Renzi.
Chiudere una volta per tutte dentro il sacrario dell’oblio questi farisei della politica, la più fallimentare generazione “di sinistra” che l’Europa ricordi: inetti, incapaci e con buona probabilità pure collusi.