Mi ero ripromesso di seguire l’ottimo consiglio di Arturo C., un amico di faccia-libro. La cosa migliore da farsi era non commentare i commenti. Il silenzio come atto di buon gusto, suggeriva. Ma la questione dell’età che separa Macron dalla moglie è diventata (inevitabilmente?) un marcatore. E la comunicazione se n’è impadronita rapidamente e, purtroppo come sempre accade, impunemente.
Prima alcune “firme” di professionisti che usano disinvoltamente Facebook non comprendendo (non volendo comprendere) che il privato è pubblico, oggi come non mai, e si abbandonano ghiottamente a facezie tra la caserma e il casino (“chiediamolo alla mamma di Macron cosa ne pensa del suo matrimonio” etc. etc.). Lazzi che sul loro giornale non si permetterebbero (non verrebbero loro permessi).
Poi ieri sera a Otto e mezzo sollecitato (titillato, stimolato, vellicato nelle parti va da sé più basse) da una Gruber più garrula che mai la cui voce saliva di un’ottava buona, anche una persona di grande garbo e intelligenza come Corrado Augias perdeva il controllo. Subito ripreso con insolita durezza da Marc Lazar, con occhio luccicante Augias si è difeso affermando “sono gossip che ho raccolto a Parigi”, come se fosse un dovere di cronaca portare la spazzatura all’interno di un discorso sino a quel momento autenticamente politico.
Povera comunicazione, povera patria e poverissimi noi se le migliori firme del giornalismo nazionale cadono così gioiosamente nella tentazione di chiedersi se Brigitte Macron nasconda la gaiezza del suo sposo, interrogandosi sulla natura della loro vita intima.
So poco su Macron e sul suo progetto politico. Se avessi avuto diritto di voto come alcuni fortunati amici francesi residenti in Italia, credo che avrei votato per lui. In negativo: tutti gli altri, Mélenchon in testa, li trovo penosi se non addirittura distruttivi. In positivo: Macron è un uomo temerario e trasgressivo. Mai come ora abbiamo bisogno di temerarietà e trasgressione.