Ci ho pensato su e sono giunto alle seguenti conclusioni:
- Sono da escludere le immagini di potenti-dementi tipo Trump vs. Kim, come pure i disastri naturali che sempre meno “naturali” paiono essere.
- Bocciate le cartoline delle vacanze felici, le mamme, le nonne le zie, come pure le insopportabili effigi di Fuffi, Pino e Gino, cani, gatti e canarini.
- Tentato dalla tenerezza del bimbetto aussie-flippino ucciso a Barcellona divulgata nella speranza fosse disperso
- Tentato pure dalla smorfia del grande Bolt nella sua ultima corsa, della serie “punito dagli dèi”
Propongo questa.
L’ho scattata al Luxemburg, il giardino di Parigi che miracolosamente tiene insieme nobiltà e popolo in un connubio festoso di chic autentico e ancor più autentico bling-bling. Al Luxemburg si va per leggere comodamente seduti sulle sedie in metallo come il signore nella foto; per riposare sdraiati sotto gli alberi dopo un tour cittadino massacrante; per giocare, osservare ed essere osservati, flirtare e amoreggiare, prendere il sole e giocare con i battelli nell’acqua della fontana, mangiucchiare, telefonare, darsi appuntamento o anche più semplicemente fancazzare.
Araboni rolexati d’oro con il loro seguito di manze velate, cinesine in vacanza, torme di spagnoli e sudamericani, piccini e piccine con mamme e papà, baby sitter in libera uscita, servette e militari, anziani e anzianissimi pph (passeront pas l’hiver) bianchi, neri, rossi e gialli si mischiano a parigini e parigine doc in un miscuglio vitale che salvaguarda e rispetta la propria e l’altrui diversità. Ovvero, il meraviglioso indecente teatro della normalità. Lo spettacolo che il fanatismo integralista s’impegna inutilmente a interrompere.
Ps Anche questa volta nessuna traccia di Gilberte, purtroppo.