La persona che mi ha regalato “Yossl Rekover si rivolge a Dio”, Piccola Biblioteca Adelphi, dice che lo ha scelto perché tratta della Shoah, tema che continuerà tormentarmi sino alla fine dei miei giorni. Non l’aveva letto. Ricordava solo che questo piccolo testo divenne un caso letterario in Francia negli anni Novanta. Non mi è sembrato un testo sulla Shoah, anche se la relazione con essa è indubbia. Diciamo subito che è un testo paradossale: 18 pagine considerate per molti anni un testamento originale, un documento autentico redatto da uno dei rivoltosi del Ghetto. Un testo talmente convincente e credibile (o meglio: talmente grande è la sua capacità di assecondare il bisogno di credere) che pare ci sia ancora qualcuno a New York o in Israele – i più tenaci, i più integralisti, i più fanatici? –convinto che si tratti di una testimonianza autentica e che l’autore, tal Zvi Kolitz, sia...