Signor giudice

By on Set 28, 2017 in Contemporaneità

Diffido del così detto “buon senso comune”. Per dirne una, è durata centinaia di migliaia di anni la convinzione che il Sole ruotasse intorno alla Terra; per forza, lo vedevamo alzarsi al mattino e calare la sera dalla parte opposta. Per non parlare del fatto che spesso “il buon senso comune” nasconde sotto il tappeto una robusta dose di pigrizia, di conservatorismo pavido, quello che ci fa pronunciare le parole degli ignavi quando non abbiamo voglia di schierarci, di spiegare di fare fatica mentale: “cosa vuoi, si è sempre fatto così”.

Eppure ogni tanto persino il senso comune finisce con l’apparire sensato. Quando si legge di sentenze come quella che costringe le Poste a riassumere un dipendente scoperto (scoperto, denunciato, condannato) perchè rubava. Non so se i francobolli o solo le buste, ma rubava. O dell’assassino reo confesso che ha girato per un giorno intero col cadavere della fidanzata in auto (sicuramente l’amava da morire). A casa da mamma e papà col braccialetto.

Per non parlare del tizio che ha sparato alla figlia della fidanzata rea di averlo mollato; eppure le segnalazioni, evidentemente inutili, sono state più di una: “aiuto, attenti, prima o poi mi spara!” o una roba del genere.

L’ultima, nel senso che l’ho letta ora, è la sentenza contro un padre che ha ammazzato il figlio. Poichè era solo “adottato” – e quindi non “naturale” – niente l’ergastolo, pena più lieve. (c’è una classifica di valore anche sui figli evidentemente). Per non parlare di risse, discese in campo, guerre di bande, schieramenti sindacali e scazzi assortiti fra toghe.

Che si stia vivendo un periodo particolare lo comprendono pure le nutrie del Ticino. Una stagione di impazzamento collettivo che, dalle scie chimiche sino ai no-tav, no-tax, no-vax, no tutto, compreso quel cornuto di tuo cognato Alfredo, attraversa il Belpaese come un brivido autunnale; l’annuncio di una malattia contagiosa che rincoglionisce le meningi.

Ecco, diciamo che nello smarrimento generale atterrisce l’idea che la Giustizia italiana abbia perduto oltre all’onore anche “il buon senso comune”.

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