Poche cose sono più insopportabili dei cori da stadio, il berciare violento e sguaiato delle opposte tifoserie. Quanto accade in Israele e nella striscia di Gaza, l’assurdo al quadrato della tragedia che non ha soluzioni, rende del tutto intollerabile il vociare da caffè sport che puntualmente si leva ad ogni escalation dell’efferatezza.
Israele forse perderà la guerra demografica, oppure si trasformerà in un rabbinato teocratico. Di certo, sta perdendo la guerra della comunicazione: la confusione tra ebraismo, ebraicità, sionismo e Stato d’Israele non è mai stata così grande (e oggetto di così cinica speculazione).
Piccolo dramma nel grande dramma della guerra che puntualmente pagano i più deboli e i più ricattabili, sono le grida scomposte di chi per età e magistero dovrebbe aiutare il pensiero invece di aizzare gli istinti.
Mi riferisco alle ultime dichiarazioni che Gianni Vattimo, il filosofo del pensiero debole, ha rilasciato a quel vaso contenitore molto particolare che è la Zanzara Radio 24.
“E’ il momento di formare le Brigate Internazionali, come in Spagna. Anche in Israele c’è un regime fascista che sta distruggendo un popolo intero, c’è un genocidio in atto. Israele è uno stato nazista peggio di Hitler” ha dichiaro, vittima dell’età o forse di quel particolare narcisismo che spinge le persone a tentare la piroetta capace, nuovamente, di attrarre un’attenzione ahimè smarrita,
Nel Tractatus logico-philosophicus, opera fondamentale del Novecento che Vattimo conosce molto bene, Wittgenstein sostiene che il compito della filosofia è la chiarificazione logica dei pensieri. “La filosofia deve chiarire e delimitare i pensieri che, altrimenti, sarebbero torbidi e indistinti”.
Pare sia la specialità giornalistica di Giuseppe Cruciani lo stimolare il pensiero torbido e indistinto; eppure sarebbe molto facile sottrarsi alla trappola: basterebbe rifiutare la conversazione, vero professor Vattimo?