L’uomo di paglia, ovvero “straw man argument” come dicono negli Stati Uniti, è una classica tecnica della retorica farlocca. Accade quando l’avversario fa il furbo taroccando l’argomentazione del suo contendente. La tecnica è tra le più usate anche nei nostri tallk show da mezza tacca, che personalmente non seguo più da anni; consiste sostanzialmente nel riportare scorrettamente (assurdamente?) l’argomentazione dell’avversario, stravolgendola nel senso e nel significato sino a renderla caticaturale o parodistica. Ma soprattutto – e qui sta il tranello – la tecnica dello ” straw man” attribuisce implicitamente, mettendoglieli in bocca, concetti e parole che l’avversario non si è mai sognato di pronunciare.
(Esempio: Antonio sosteneva che sarebbe stato necessario investire più risorse nella sanità pubblica. Camillo rispose che quello di Antonio era in realtà un attacco al federalismo e che Antonio era un vetero-comunista illiberale, per giunta servo della Merkel).
Se nel corso di un dibattito qualcuno attribuisce parole e concetti che l’interlocutore non ha mai pronunciato, pare basti replicare “straw man!” per bloccare l’argomentazione; Questo dicono accada negli USA, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
A proposito di retorica farlocca (e pure un po’ fané) questa mattina, domenica, ho ascoltato la rassegna stampa di Radio 24. Un furibondo Piero Ostellino – reso forse più incazzoso del solito dal mancato rinnovo del contratto al Corrierone? – metteva in guardia dalle pagine del “Giornale”: la nuova presidenza della Repubblica si configura all’insegna dell’illiberalità. Mattarella è illiberale. Il 90% degli italiani è illiberale.
Che si tratti di straw man, o piuttosto di trumpet-man?