Reduci da una camminata sui monti, troppo stanchi per aprire un libro, ci siamo arresi a “Quattro matrimoni e un funerale” il meno peggio offerto dal televisore tecno-povero (variante: tecno-qualunquista) di cui disponiamo. Guardare per l’ennesima volta un film non è una cosa saggia; se rileggi Pinocchio o la Metamorfosi scopri quanto sei cambiato; se rivedi un film (cartoni animati esclusi) la prima cosa che ti viene in mente è l’insopportabile lentezza dell’essere.
Eppure (nonostante l’insopportabile lentezza dell’essere) è stato utile. Innanzitutto abbiamo potuto verificare per l’ennesima volta che i protagonisti di “Quattro matrimoni e un funerale” – uomini e donne tra i 30 e 35 anni – soffrono di “patè d’animo” tragicamente simili ai nostri quando eravamo suppergiù quindicenni e già a sedici eravamo più sgamati. Uno dei personaggi muore d’infarto (serve per la scena catartica del funerale) a conferma che tanto giovani non sono, eppure la coglioneria che esibiscono è adolescenza in purezza. Resterebbe da chiedersi perché mai nel 1994 si è sentito il bisogno di mettere in scena una storia di adolescenti interpretata da trenta-quarantenni e un quasi anziano cardiopatico, ma la risposta la sappiamo: i trenta-quarantenni erano già allora parecchio indietro di cottura.
Nonostante le faccette che Hugh Grant esibisce lungo tutto il film (ricorda le due sole modalità espressive della povera Magnani: inspirazione, tette su; espirazione, tette giù) “Quattro matrimoni e un funerale” dovrebbe essere proiettato in ogni istituto superiore della Repubblica. Pensate, nel lontano 1994 – data di uscitsa delo film – si racconta del funerale di un omosessuale. L’orazione funebre è tenuta dal suo compagno il quale, invitato dal sacerdote in qualità di miglior amico del defunto, non limita a dire le puttannate di circostanza che diremmo tutti, no: declama Auden uno dei più grandi poeti del Novecento, incidentalmente pure lui medesimo gay dichiarato. Nel lontano (lontanissimo) 1994 il funerale di Gareth testimonia come la decadente società occidentale sia tutt’ora il posto meno schifoso dove trascorrere l’avventura terrena. Inevitabile pensare che, trent’anni dopo, nel paesetto più bello al mondo dotato della la Costituzione più bella del mondo, abbiano successo politici che danno del pederasta agli avversari.