Quando si dice la sfiga

By on Gen 9, 2015 in Comunicazione

Quando si dice la sfiga. Eppure Erri De Luca ce l’aveva messa tutta. Non c’è che dire, aveva fatto le cose per bene. Rinviato a giudizio dalla Procura di Torino per aver dichiarato all’Huffington Post che “la Tav va sabotata“, ha reagito da par suo scrivendo (l’ennesimo) libro. Da imputato diventa accusatore. Da accusato diventa vittima di sabotaggio: “sabotaggio del diritto di manifestazione verbale, soprattutto quando la parola non è ossequiosa ma contraria”.

L’udienza è fissata per il 28 gennaio. Nel frattempo, il giorno otto gennaio è uscita per i tipi di Gallimard l’edizione francese del suo pamphlet (dolce Francia, terra di libertà) mentre una settimana dopo seguirà quella italiana pubblicata da Feltrinelli.

Un processo di questo genere è una manna per uno scrittore, attore, regista, poeta, cabarattetista, cantante, disegnatore satirico. Un processo – beninteso qui, nel comodo e libero mondo Occidentale – è una benedizione di Dio, una campagna pubblicitaria gratuita, interviste sui giornali, comparsate in tv: wow, il compagno De Luca – scalatore, biblista, autodidatta – che lotta contro la censura, non è fantastico?

Ma se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. E Erri che è napoletano verace lo sa meglio di chiunque altro. Anche a Parigi qualcuno ultimamente è caduto vittima della censura; purtroppo condanna ed esecuzione della sentenza sono senza soluzione di continuità: la “giustizia” del terrorismo non contempla istanze di appello.

Ma affermare “la Tav va sabotata” nel momento in cui nei cantieri di montagna ci si esercita a dare fuoco a camion e macchinari, suvvia, è solo un’opinione. Simile a quella, di cui De Luca deve aver sentito qualche volta parlare, che la camorra esercita ogni giorno per non far avanzare di un metro la pur valida Salerno-Reggio Calabria. Tu chiamale se vuoi, opinioni.

Onore al “cattivo allievo” De Luca, come si autodefinisce lui stesso. A lui va tutta la nostra simpatia per la sfortuna che lo perseguita. Il processo che avrebbe dovuto vederlo protagonista passerà in secondo piano.