Le mani di Primo Levi

By on Gen 17, 2024 in Filosofia, Letteratura

Gli editori sono una razza strana. Dobbiamo loro molto. Forse addirittura tutto quello che siamo. Da quando Gutenberg, un orafo specializzato nel conio delle monete, s’incapricciò dei caratteri mobili e si diede a stampare la Bibbia, non si sono più fermati nonostante il rischio assai concreto di finire in galera o sulla forca. Gli editori sono una razza strana. Potrei nominarne almeno una decina che ci hanno rimesso bei soldi e qualcuno pure la salute pur di seguire la pazza idea di “metter fuori” le idee che qualcun altro ha pensato e scritto. E già quel “metter fuori” suggerito dal dizionario etimologico ha un sapore vagamente ostetrico, con l’editore sorpreso nell’atto di favorire il parto di un fantolino. Cosa che molto spesso effettivamente è: pensiamo al munifico editore di Musil che l’ha (letteralmente) sostenuto per anni in attesa di vedere finalmente concluso “L’uomo senza...

Ci conviene restare umili

By on Gen 8, 2024 in Scienze

Bisogna voler bene a Facebook, o se non altro smettere di parlarne male. Forse è il caso di considerarlo per quello che è: una rappresentazione (tutto sommato fedele) del mondo reale. A conferma della sua utilità marginale non avrei incontrato “Cantonate. Perché la scienza vive di errori” (M. Livio, Bur) se non fossi inciampato nella bacheca di Silvia Bencivelli. Che non compie opere di carità, bensì usa Facebook per parlare di sè e promuovere il mestier suo. Come fan tutti, verrebbe da dire. Meno quelli che come me scrivono per il piacere di scrivere. (Nell’attesa che gli sfaccendati redattori del NYT si decidano ad affidarmi una lucrosa rubrica settimanale, mannaggia a loro). Perché leggere Cantonate? Innanzitutto perché è scritto benissimo: non sempre, anzi quasi mai, chi sa di scienza sa anche scrivere di scienza; e poi perché il saggio di Mario Livio, ricco di note e riferimenti...

Il personale è politico

By on Gen 4, 2024 in Contemporaneità

Lunedì primo gennaio Rai 3 ha trasmesso il docufilm “Io, noi e Gaber”. Mai amato Gaber. Sapevo però che il film era una cosa ben fatta e con quegli anni – i malefici Settanta – non ho ancora finito di fare i conti. C’è anche un’altra ragione che mi ha indotto a guardarlo, anche questa strettamente personale: “L’eroe che pensa”. In poche pagine, Alfonso Berardinelli riflette su situazioni problematiche quando “intelligenza e potere entrano in contrasto, rivelando la loro reciproca, radicale estraneità”. Non sono tanto le pur densissime pagine su Amleto e sul principe Bolkonskij ad avermi colpito, quanto la riflessione sul rapporto intercorso tra gli intellettuali italiani e il marxismo; in buona sostanza, la loro (la nostra) adesione ad un’idea di comunismo compiuta senza aver fatto i conti con il socialismo realizzato. “Io, noi e Gaber” è utile per chiunque abbia tempo e voglia di...

Sillabario all’incontrario

By on Gen 2, 2024 in Contemporaneità

Le parole come la musica vengono logorate dall’ascolto. Usate a sproposito perdono di significato. Ciò che resta è solo suono, fastidioso. Leggerezza “Leggerezza!” a cui puntualmente fa seguito “nel senso di Calvino”. Da qualche anno (dieci o venti?) sono legione coloro i quali abusano della parola divenuta il sostantivo per eccellenza del lessico calviniano. Nelle “Lezioni americane” (straordinario successo editoriale degli anni Ottanta) “Leggerezza” indicava uno dei valori che Calvino considerava alla base della letteratura per il nuovo millennio. Non altro. Oggi questa sfortunata parola condivide il destino della panna in cucina: l’uso improprio avvilisce i commensali e spegne la conversazione. Iconico I pubblicitari, categoria alla quale per mia disgrazia appartengo, hanno bisogno come e più dei poeti di parole nuove. (“…i poeti laureati / si muovono soltanto fra le piante / dai...