Ottobre è tempo di premiare

By on Ott 8, 2015 in Contemporaneità, Letteratura

Pur approdato da tempo alla beata età del dubbio critico, me ne sto tuttavia felicemente abbarbicato ad alcune semplici ma rocciose convinzioni. Due delle quali sono:

uno – la porchetta va mangiata calda (e giammai riscaldata!) avvolta in un panino, la bocca innaffiata da un bicchiere di rosso (Sagrantino di Montefalco, piuttosto che Montecucco Sangiovese).

due – l’attribuzione del Nobel per la Letteratura è (di norma) fatta a membro di segugio.

Sulla porchetta non credo sia necessario dilungarsi: la regola l’ho imparata dal mio amico Sandro, quello che sta in Toscana. Per quanto riguarda il Nobel, il motivo che porta a scelte scriteriate sono i criteri (spesso se non sempre) politici più che estetici adottati da vecchioni del Nord provinciali e assai rancorosi. (Chi è l’Uomo Nero dell’anno? L’invasore della Crimea, il sobillatore dell’enclave stalinista ucraina, il sostenitore di Assad? Chi il più insopportabile ipocrita farabutto della Terra? Facile: è l’amico Putin, il macho dall’occhio rettiliano perennemente a torso nudo).

Così puntualmente quest’ anno hanno nobelato una signora bielorussa, Svetalna Alexievich, che ha immediatamente rilasciato la seguente dichiarazione: “Amo la Russia ma non quella di Stalin e Putin”. Mentre mi congratulo vivamente per l’originalità del suo pensiero, mi domando cosa c’entri il giornalismo d’inchiesta praticato dalla signora con la Letteratura, un tempo ritenuta arte del leggere e dello scrivere. (Il prossimo Nobel a chi tocca, al pur valido Saviano?)

Nel frattempo il mai premiato Jorge Louis Borges ridacchia nella tomba; Philip Roth invece si consola degustando i manicaretti del cuoco personale. Capperi, come passa il tempo…