Non è che un inizio (speriamo)

By on Nov 26, 2016 in Comunicazione

Inevitabilmente, inesorabilmente, il tema di comunicazione di ieri, di oggi e molto probabilmente pure di domani, è la morte fisica di un uomo già morto da un pezzo. Col tutto il corollario di memorie, ricordi, interviste che servono a riempiere le pagine cartacee e digitali, e in più di un caso a tirare fuori dal freezer il vetusto opinionista che ripete ormai da vent’anni la stessa opinione (ogni riferimento al pur valido Gianni Minà non è casuale).

Eppure la vera rivoluzione, o se preferite la vera notizia rivoluzionaria, non è la morte di un rivoluzionario fallito, del carceriere di sogni e utopie, di omossessuali e poeti (non necessariamente in quest’ordine) ma del coraggio di una persona che – per la prima volta se non vado errato – pubblica nome e cognome dei propri aguzzini.

Laura Boldrini, con buona probabilità il più modesto Presidente della Camera nella storia dell’Italia Repubblicana, distintasi sino ad oggi per la fissità del suo sguardo basedoviano e per l’incongruità delle sue raccomandazioni linguistiche, pubblicando su Facebook gli insulti ricevuti corredati da nomi e cognomi, ha finalmente compiuto un atto rivoluzionario oltreché intelligente. Se fosse una sentenza si direbbe che “fa giurisprudenza”. Non essendolo almeno per il momento, c’è da augurarsi che diventi abitudine diffusa: chi insulta, infama, vilipende merita quantomeno il castigo della notorietà. Non è granché, ma forse è un inizio, come si diceva un maggio di tanti anni fa.