Fedele alla regola che da un grande libro se ne trae un pessimo film, per amore del libro e della magistrale traduzione visiva che ne diede Visconti eviterò di guardare la nuova versione del Gattopardo. Tra le molte sconcezze annunciate pare che Concetta, la figlia sottomessa del Principe di Salina, venga trasformata in “una ragazza dal carattere ribelle che non vuole stare in silenzio”. Che dire poi di Kim Rossi Stuart che trasforma la sua ignoranza in vantaggio artistico? “Sono arrivato in uno stato verginale. Non avevo mai letto il libro né visto il film e reputo che sia stata una fortuna. Ho un’età, 55 anni, che coincide con quella del personaggio, il Principe di Salina, e ho una prospettiva sulla vita molto simile. Un misto di disincanto, ironia e malinconia”. Come si fa poi a coprire sei puntate partendo da uno smilzo testo originale? Nessun problema: basta prendere poche righe, una frase, un dettaglio, e allungare la broda. Così è stata aggiunta una scena di ballo talmente nuova da non esistere nel film di Luchino Visconti e neppure nel romanzo.
Interpellato in merito il regista ha dichiarato: “il film di Visconti è unico, certo. Ma c’è posto anche per la nostra serie. E il libro si può interpretare in molti modi. E oltre al libro c’è anche altro materiale, che noi abbiamo usato: brani non inclusi nella versione definitiva e anche molte lettere di Tomasi di Lampedusa”. Ha ragione, “il libro si può interpretare in molti modi”. Come del resto ormai quasi tutto: qualcuno sostiene che l’ananas vada mangiato sulla pizza, beninteso sorseggiando un cappuccino.