Le libertà di DSK

By on Feb 3, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

A Lille processano le libertà che DSK, l’ex-potente capo del FMI che ha rischiato di diventare Presidente della Repubblica Francese, pare si sia concesso nel corso di certe sue serate eleganti. Le imputazioni rivolte a Dominique Strauss-Kahn riguardano lo sfruttamento della prostituzione, reato consumato in compagnia simultanea di parecchie signorine per volta.

“Non sapevo fossero prostitute” è il tema della sua difesa, tesi ben nota a noi italiani. Niente di nuovo sotto il sole, neppure l’approccio dei giudici francesi. Hanno di processare lo stile di vita di una persona utilizzando argomenti che sanno di lezioni di pudore e di morale, come sostiene Ariane Chemin di “Le Monde”.

Eppure non è un giudizio così difficile da emettere: la colpa di DSK non riguarda i suoi pur molto discutibili comportamenti erotici; nell’occidente laico a un presidente non è richiesto il voto di castità, bensì di non essere ricattabile da nessuno, per nessun motivo e in nessuna circostanza.

Un qualsiasi signor DSK ha il diritto di prendersi tutte le libertà che vuole (con adulti consenzienti, beninteso). Un Presidente, no. Anche su questo versante noi italiani la sappiamo più lunga degli amici francesi, purtroppo