Alle 9,40 nella stazione della metropolitana lilla ai tornelli d’ingresso ci sono solo tre viaggiatori. Noi due e un giovanotto dall’aria vagamente nordafricana interrogato da due robusti poliziotti. Mi pare gli stiano chiedendo i documenti, ma non ne sono certo. Due giovani e altrettanto robusti dipendenti dell’ATM controllano i Green-pass. Sono lenti e imbarazzati per via dello smart phone in dotazione, a loro dire non sufficientemente veloce nella messa a fuoco. Di ritorno un paio d’ore dopo facciamo in tempo vedere la siluette dei due poliziotti. Camminano pacatamente verso l’uscita. In mezzo a loro, sottobraccio come “Pinocchio”, un ometto magrolino.
(Domande retoriche: quanto costa allo Stato schierare due poliziotti in una stazione poco affollata del metrò? Quanto costa ad un’impresa impiegare due dipendenti per controllare la congruità degli accessi? Come potrebbero più proficuamente essere utilizzate quattro “risorse umane”?)
Tornato in studio apro il computer e leggo l’intervista del Professor Cacciari. Si è fatto le tre dosi ma rivendica la libertà di dissenso. Mi pare dica una cosa sul filosofo che, come Socrate, rispetta leggi dello Stato anche se sono sbagliate. Nessuna emergenza può mettere a tacere una voce critica, afferma. Ma nel frattempo, dittatura sanitaria o meno, leggi sbagliate o meno, le sue tre belle dosi se le è fatte.
D’istinto mi viene da pensare che si tratta dell’applicazione del precetto della scuola filosofica chiamata “I furbetti del quartierino”. Il pensatore di maggior rilevanza, tal Stefano Ricucci, è ricordato per aver coniato il motto “famo i froci con il lato B degli altri”. Ma è un pensiero che scaccio dalla mente: possibile che il raffinato studioso della crisi della razionalità moderna si comporti come un palazzinaro romano? E poi chi sarebbero “gli altri”, i proprietari del lato B che verrebbe espugnato come la collinetta di Iwo Jima? Forse i milioni di italiani che non hanno neppure il diploma di terza media, il grosso dell’esercito dei no-vax, gli sciagurati che portati in ospedale in condizioni disperate rifiutano le cure? Come sempre più deboli, i più esposti, i più fragili.
“Sulle soglie della morte Platone ha proclamato per l’ultima volta il suo principio immortale che lo scopo dell’uomo è la conoscenza, e la conoscenza si raggiunge nella comunità e per la comunità”
(Giorgio Colli, “Platone politico”)