La società di Gesù bambino

By on Feb 24, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

La società di Gesù bambino è un’espressione che avrei voluto inventare. E’ una definizione di Davide Lopez, psicoanalista di grande originalità di pensiero e ancor più grande coraggio. In cosa consiste la “società Gesù bambino”? E’ il nostro mondo così come lo conosciamo oggi, il frutto del crollo del mondo patriarcale; è la società post-moderna dove vige la cultura della colpa e non quella della responsabilità, dove i fatti sono sostituiti dalle interpretazioni e il crollo delle ideologie corrisponde alla scomparsa dell’impegno e della volontà di schierarsi; è la società basata sull’indulgenza, sulla condiscendenza dolciastra che consente agli individui di essere indifferenti e tolleranti; è il mondo dove il buonismo si è sostituito alla bontà; è la società dove una melassa indistinta nega ruoli, gerarchie e meriti, dove l’ambizione di migliorare e di crescere sono guardati con stupore e con sospetto.

Una perfetta rappresentazione della nostra contemporaneità la dà Pascal Bruckner nel suo libro “La tirannia della penitenza”: “Si detesta l’Occidente non tanto per le sue colpe reali, ma piuttosto per il suo tentativo di emendarle, perché è stato tra i primi a tentare di strapparsi alla propria bestialità invitando il mondo a seguirlo. Ha spezzato il cerchio di connivenza dei violenti ed è questo che non gli si perdona”.

Chi detesta l’Occidente? In primo luogo gli integralisti di ogni ordine e grado. Scrive ancora Bruckner: “Il vero motore dell’integralismo non è tanto il rispetto cavilloso della tradizione, quanto il terrore di vivere in un mondo fondato sull’autonomia individuale, sull’innovazione costante e sulla dislocazione dell’autorità. I progressi della libertà e del rifiuto della libertà, oltre che l’emancipazione della donna – cambiamento simbolico fondamentale del secolo scorso – procedono di pari passo”. In secondo luogo, molti occidentali prigionieri del senso di colpa e incapaci di liberarsene giungendo alla libertà della responsabilità. Infatti come si comporta l’Occidente con se stesso? Come reagisce all’integralismo, alla violenza, all’attacco sistematico delle libertà civili e individuali?

Nell’età della Società Gesù bambino si agitano due diverse anime. La prima è quella che da Oriana Fallaci arriva sino alle Marine Le Pen, agli Orban, ai Salvini d’Europa, i nazionalisti, i populisti, i neofascisti contemporanei. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole: la conservazione, la reazione e pure la canaille per dirla alla francese, sono l’inevitabile fardello che progresso e innovazione sono condannati a trascinarsi sul groppone. E’ normale, e persino fisiologico: ai nostri padri e ai nostri nonni è toccato ben di peggio. Ma il fatto sbalorditivo e preoccupante (populisti e reazionari son messi nel conto) è quando l’attacco viene mosso in nome della tolleranza laica.

Ricordate la testimonianza dolorosa e sofferta dello scrittore algerino Karmel Daoud (Premio Goncourt 2015) sui fatti di Colonia? Ne parlavo qui. La tesi di Daoud è che nel mondo islamico il sesso rappresenta la miseria più grande; che il desiderio è negato e represso; che la donna è posseduta, velata, rinchiusa. Apriti cielo! Accusato di essere islamofobo – peggio: di esprime fantasie islamofobe – da un gruppo di 19 intellettuali (sic) francesi, condannato da sommari processi in stile sovietico da parte di gruppi di femministe statunitensi, Daoud medita di abbandonare il giornalismo. Corrado Augias parla correttamente di fatwa all’occidentale e sostiene: “che ci potessero essere reazioni da parte del mondo islamico era da metterlo in conto. Ma che le reazioni giungano da un paese come la Franca, patria dei diritti dell’individuo e della libertà d’espressione, è un brutto sintomo.”.

Non so se questa sia la sottomissione dell’Occidente preconizzata da Houellebecq. Di certo non è solo un brutto sintomo come scrive Augias. E’ la Società Gesù bambino all’opera.