minus habens ‹mìnus àbens› locuz. lat. (propr. «che ha meno») usata come agg. e s. m. e f. Espressione eufemistica per indicare persona ritenuta di scarsa intelligenza, considerata perciò meno dotata dalla natura. In senso più oggettivo, si usa anche talora con riferimento a chi abbia, di fatto, meno diritti di quelli riconosciuti alla generalità dei cittadini (come nel caso degli analfabeti, dei carcerati, ecc.).
Fonte: Treccani.it
Ricordo la sorpresa quando Cécile Kyenge fu nominata ministro per l’integrazione nel pallidissimo governo Letta, vispo e vitale come una sogliola lessa. Perbacco, ci dicemmo in molti, finalmente un segnale “chiaro e forte”, una donna di colore, un simbolo, wow!
Purtroppo con il passare del tempo le ingenuità, per non dire le sciocchezze, della ministra andarono di pari passo con la violenza e la volgarità degli attacchi che quotidianamente le erano riservati perché (nell’ordine) donna, immigrata dall’Africa e soprattutto assai scura di carnagione.
Ora la signora Cécile Kyenge non è più ministro ma “solo” eurodeputato, un posto che a quanto pare non si nega quasi a nessuno, neppure al povero Cofferati quando – padre tardivo – scoprì che Bruxelles era più vicina a Genova di quanto non fosse Bologna.
La signora Cécile Kyenge, non più ministro ma pur sempre onorevole, non ha tuttavia perso l’abitudine alle dichiarazioni ingenue se non desolatamente sciocche: “Sono contro ogni forma di violenza e condanno chiunque la istighi. Ma la mia solidarietà è su base personale. Non vuol dire che faccio un passo indietro rispetto ad azioni violente della Lega. Bisogna evitare le provocazioni”.
Lo ha dichiarato dopo l’aggressione subita da Matteo Salvini a Bologna sabato scorso. Ma come signora Kyenge, non l’ha ancora capito? Il Salvini, che è un professionista della politica e non un dilettante come lei, su questo genere di violenze ci campa e ci prospera al punto da pianificarle. Ci metterebbe la firma per “subire” un’aggressione di queste alla settimana, possibile che solo lei, oculata oculista, non lo comprenda?
I simboli sono importanti quanto (e forse più) delle parole. Ma vanno scelti con cura. Donna, africana e pure di colore, è un’eccellente trovata. Ma (senza forse) non basta.