Leggo la notizia dell’udienza richiesta (e concessa) a Anders Behring Breivik, il neonazista che ha ucciso 77 persone Oslo e sull’isola di Utoya il 22 luglio 2011. Il criminale, condannato al massimo della pena in vigore in Norvegia (21 anni) trascorsi i quali teoricamente potrebbe tornare in libertà, ha chiesto la libertà vigilata. Per rafforzare l’idoneità della sua istanza si è rivolto ai giudici con il saluto nazista esibendo cartelli su cui era scritto “Fermate il vostro genocidio contro le nostre nazioni bianche” e “Guerra civile-nazista“.
Anders Behring Breivik è recluso in isolamento in un carcere di massima sicurezza. Pur soggiornando in una “cella” composta da tre locali soggiorno con tv e stereo, sala lettura personale e palestra, in passato aveva chiesto un “miglioramento di queste condizioni di detenzione disumane”.
Dobbiamo a Cesare Beccaria Bonesana marchese di Gualdrasco e di Villareggio, se la pena di morte è considerata una barbarie nei paesi civili. Il suo “Dei delitti e delle pene” pubblicato nel 1764 influenzò il pensiero giuridico liberale di tutta Europa.
Ogni tanto, purtroppo abbastanza spesso ultimamente, notizie come quelle provenienti dalla Norvegia scuotono quelle che ritenevo fossero convinzioni radicate al punto di risultare consultanziali: tre locali soggiorno con tv e stereo, sala lettura personale e palestra?