Eccezionale veramente

By on Dic 4, 2018 in Contemporaneità

Fortunato depositario di un accesso Netflix ho visto “La ballata di Buster Scruggs” dei fratelli Ethan e Joel Coen, la mini serie di sei episodi, cinque dei quali dedicati alla mitologia western (il sesto appartiene al mondo sulfureo di Edgar Allan Poe).

I personaggi e gli ingredienti delle storie di frontiera ci sono tutti: il pistolero, l’imbonitore, il bandito, gli indiani, i pionieri in viaggio verso l’Ovest, il cercatore d’oro, trattati in quello che è ormai riconoscibile come stile Coen, in altre parole humor nero, paradossi, surrealismo allo stato puro, intelligenza a go-go.

In ciascuno di essi il Leitmotiv è la violenza che induce la morte, quella che a più di un osservatore appare come la forza centripeta costitutiva della nazione americana, quel peccato originale reiterato e seriale che a partire dallo schiavismo si inerpica sino alla guerra civile e culmina con lo sterminio dei nativi, i pellirossa che noi amiamo chiamiamo “indiani”.

Qualche (difficile) numero. Nel 1860 la popolazione di schiavi negli USA era di 4 milioni su una popolazione totale di 31 milioni e 400 mila; la guerra di secessione durata 5 anni causò 1.030.000 vittime (il 3% della popolazione). Per quanto riguarda i nativi, si stima che siano circa 45.000 gli indiani massacrati tra il 1775 al 1890 (il dato è approssimato per difetto).

Impossibile nel godimento di storie recitare magistralmente e fotografate se possibile ancor meglio, non pensare che i Coen usino il passato per raccontare il presente di una “nazione eccezionale” come la descrisse Alexis de Tocqueville nel 1831 (“La democrazia in America”).

 “La posizione degli Americani è perciò davvero eccezionale e si può ritenere che nessun popolo democratico verrà mai a trovarsi in una posizione simile. La loro origine strettamente puritana, i loro costumi esclusivamente commerciali, persino il Paese che abitano, che sembra sviare le loro menti dalla ricerca della scienza, della letteratura e dell’arte, la prossimità con l’Europa, che permette loro di trascurare queste ricerche senza scadere nella barbarie, un migliaio di motivazioni speciali, di cui sono stato capace di rilevare soltanto le più importanti, hanno concorso singolarmente a fissare la mente degli Americani su obiettivi puramente pratici. Le loro passioni, i loro desideri, la loro educazione, ogni cosa sembra concorrere al proposito di attirare i nativi degli Stati Uniti verso le cose terrene; persino la loro religione, che permette ad essi, di tanto in tanto, un’occhiata fugace e distratta al paradiso. Lasciateci smettere, allora, di vedere tutte le nazioni democratiche alla luce dell’esempio del popolo americano”.

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