Sono un ignorante il cui unico talento è la curiosità. E’ questa la molla che mi spinge a continuare a leggere opere di divulgazione scientifica nonostante ne abbia compreso la sostanziale inutilità. Praticare testi sulla meccanica quantistica, sui buchi neri o sulla teoria delle stringhe al mio livello sotto zero di conoscenza/comprensione delle matematiche, è sensato quanto iscriversi a un corso di wind surf per corrispondenza. Le cose della mente e del corpo se non vengono praticate assiduamente, con la stessa ferma costanza con cui il buon bergamino maneggia le mammelle della vacca, si perdono due secondi dopo averle mandate a mente e (forse) comprese. Fermo restando che in ogni disciplina, come giustamente ricorda De Andrè in “Bocca di rosa”, oltre all’impegno ci vuole un minimo di vocazione. Eppure, nonostante la mia pochezza vado pazzo per la scienza e in...