L’Europa lava più bianco

By on Ago 3, 2022 in Contemporaneità, Letteratura

E’ certamente colpa dell’Ucraina se l’operazione militare speciale è divenuto argomento persino più stucchevole del divorzio Blasi-Totti sulle cui vestigia, sarebbe forse meglio dire corna, l’esangue giornalismo italico inzupperà il biscotto negli anni a venire. E’ colpa dell’Ucraina, il presuntuoso paese che rifiuta di arrendersi, se nonostante il caldo e i gravi problemi che ci affliggono quotidianamente al cui confronto le sette piaghe d’Egitto sono un bicchierin di giulebbe, ci ritroviamo nostro malgrado costretti a pensare all’Europa. Europa, entità astratta fino all’altro ieri, data per scontata come tutte le cose che crediamo di possedere per diritto divino e decreto imperiale (clima temperato, giusta quantità di precipitazioni atmosferiche, sale sulla tavola, insalata nell’orto…) di cui scopriamo l’importanza solo quando ci vengono a mancare, come insegna la fiaba del Re scemo...

Il tradimento dei pusher

By on Lug 26, 2022 in Contemporaneità, Letteratura

Questa madeleine parla di libri. O per essere più esatti della distruzione del mondo dei libri. L’Istat informa che nel 2019 sono stati pubblicati 86.505 titoli. Quindi, anche se la stragrande maggioranza di essi finirà al macero, il problema pare non sia la produzione. Si scrive, si edita, si stampa come se fosse vino Prosecco. Tutto bene madama la marchesa? Non proprio. Provate voi ad ordinare titoli come “Non c’è nessuna Itaca” di Francesco Cataluccio (Humboldt Books). Io l’ho fatto i primi giorni di luglio, il 5 se non vado errato, telefonando al “Libraccio” di via Canonica, il mio attuale pusher di fiducia. La voce a cui ho comunicato l’ordine con bel garbo mi aveva avvertito che sarebbe stato necessario un po’ di tempo: sono piccoli editori, è un problema di distribuzione, ci sono poche copie a magazzino per via dei costi… (“Madama… veramente… in questo mondo...

Stalingrado o della quantità

By on Lug 16, 2022 in Letteratura

Sono agli ultimi paragrafi di “Stalingrado”. Tra le molte, spunta pure la domanda se abbia ancora senso leggere un romanzo di 884 pagine. Me lo chiedo a causa dell’affettuoso sfottò di un documentatissimo amico che rifiuta di procedere oltre quota 200; e ancor più per via del post di un noto esperto di web, uno di quelli bravi, che sentenziando riguardo la lunghezza di un testo letterario stabiliva che era il caso di fermarsi prima delle 300 pagine, evidentemente convinto che la quantità vada a scapito della qualità. A me proustiano di stretta osservanza, è parsa una tesi abbastanza imbecille. Succede che mi sono beccato una censura prima, e l’accusa di maleducazione poi. L’amico che sfotte ovviamente non  crede a quello che dice; il sagace esperto di web invece sì. “Stalingrado” è l’ultima opera di Vasilij Grossman pubblicata in Italia. Nato in Ucraina a Berdyčiv da famiglia ebrea,...

Le vittime non sono mai divertenti

By on Giu 15, 2022 in Letteratura

Sto leggendo “Stalingrado” di Vasilij Semënovič Grossman. Pubblicato solo pochi mesi fa da Adelphi, è stato scritto prima di “Vita e destino” uscito in Italia nel 1984. Insieme a “Tutto scorre” fa parte di una trilogia che a me come a molti piace chiamare la “Guerra e pace” del Novecento. La seconda e terza parte della trilogia lette prima della prima ha causato qualche difficoltà a più di un lettore; ricordo che nelle prime ottanta, cento pagine di “Vita e destino” non era semplice raccapezzarsi tra le decine di personaggi e i loro chilometrici nomi, patronimici, diminutivi e soprannomi tipici della lingua russa e della scrittura di Grossman. Ma non è di “Stalingrado” che vi voglio parlare. Sono giunto solo a pagina 212 delle 884 che compongono l’edizione Adelphi, elenco dei personaggi compreso. Purtroppo, temo di dover condividere l’opinione di Francesco Cataluccio, insieme a Wlodek...