Terminato di leggere “Uno scrittore in guerra”, volume che si basa sui taccuini di guerra, saggi e lettere indirizzate alla famiglia di Vasilij Grossman negli anni che vanno dal 1941 al 1945. Dobbiamo essere grati ad Adelphi per iniziative editoriali di eccezionale livello qualitativo, quanto di limitati riscontri di vendite. E a scanso di equivoci, diciamo subito che è questo e non altro il mestiere dell’editore di qualità. (Iniziative che fanno perdonare le spudorate affermazioni del patron Calasso, finalmente atterrato lui pure sul pianeta Terra, che lungi dal riconoscere come tali le sacrosante iniziative commerciali che tengono in piedi una casa editrice e le consentono di pubblicare capolavori destinati a restare di nicchia, ha la faccia tosta di definire il Simenon dei romanzi di cui ha l’esclusiva per l’Italia, “uno dei più grandi scrittori...