Puntuale come una cambiale arriva lunedì e sulle pagine culturali di Rep ecco l’entusiastico elogio di Saviano per il Nobel attribuito a Svetlana Aleksievich, l’ormai nota giornalista- scrittrice ucraino/bielorussa (o viceversa). L’entusiasmo di Saviano – che si spinge persino a parlare di evento epocale – non è tanto per la signora quanto perché, finalmente, viene premiata anche la non-fiction a lungo (da sempre) considerata serie “B”. E qui il nostro scomoda pure Gay Talese (e chi altrimenti? gli altri interpreti del “romanzo verità” e del new jornalism sono un po’ morti) il quale sdegnatissimo paragona la condizione degli scrittori di non-fiction agli emigranti messi in quarantena a Ellis Island. Che ciascuno porti l’acqua al suo mulino è noto, così come ogni scarafone è bello a mamma sua. Ma che Saviano, coraggioso uomo di mondo qual è, confonda la...