Sei un mito

By on Ott 28, 2016 in Letteratura

Qualche sera fa per la serie “La lezione dei maestri” di Rai 5 c’era Eva Cantarella. Ripresa tra le aule della Statale e il suo studio spiegava perché è importante studiare il mondo antico. Oltre a mille altri buoni motivi sosteneva che “aiuta a relativizzare i fenomeni del nostro tempo insegnandoci che, sotto altra veste, sono già accaduti”. Ovvero, la storia si ripete; e le scelte che crediamo epocali, come pure i nostri umani affanni, qualcun altro ha dovuto affrontare e magari subire. (Relativizzare è un esercizio di virtù stoica che andrebbe insegnato già dalle elementari). Poiché la penso come Eva, la conobbi tanti anni fa quando ebbi la fortuna di correggere le bozze del suo “Norma e sanzione in Omero”, non riesco a fare a meno di testi squisiti e ahimè non di così facile lettura come invece il titolo lascerebbe supporre (“I greci hanno creduto ai loro miti?”, il Mulino)....

La scelta di Elena

By on Ott 5, 2016 in Letteratura

Del caso Ferrante, l’ormai stucchevole storia della scrittrice misteriosa, molto si è parlato e temo ancora per molto si parlerà. Per quel che mi riguarda mi basta e avanza il commento di Michele Serra, al solito il più intelligente del bigoncio. Quel che invece continua ad interessarmi, e per fortuna non a me solo, è la radice. Ovvero il rapporto con la scrittura. La molla che spinge una persona (in molti casi addirittura la costringe) a compiere l’esercizio di misurarsi con la letteratura, mestiere tra i più complessi, difficili e frustranti. Escludiamo ovviamente la notorietà nel caso della Ferrante e pure il denaro che si presume di guadagnare: bastano e avanzano le dita di una mano per contare chi in Italia campa di sola letteratura. Quella di Elena Ferrante (per rispetto della sua scelta insisto a chiamarla così) è una vocazione totale, un bisogno, forse anche una (nobile)...

Il bambino nella neve

By on Giu 12, 2016 in Contemporaneità, Letteratura

Non fosse stato per la recensione di Corrado Augias, che mi descrivono sgradevole come persona almeno quanto è eccelso come intellettuale, non avrei letto neppure una riga di Wlodek Goldkorn, un ebreo polacco figlio di ebrei polacchi, comunisti per giunta. Non ce la faccio più a leggere il dolore. Ogni riga, ogni immagine, ogni pensiero che riguarda la Shoah mi è divenuto intollerabile. Lo evito come un dolore autoinflitto. Un male che si ripresenta più forte ogni volta che l’antisemitismo – l’origine di tutti i mali: il caposaldo di ogni nazionalismo e di ogni razzismo – continua a manifestarsi declinato in modi solo apparentemente nuovi; l’antisemitismo è la manifestazione più banale e più ripetitiva che esista, sempre uguale da duemila anni. Il libro che non avrei dovuto leggere si intitola “Il bambino nella neve” (Feltrinelli). E’ scritto da un autore che di mestiere racconta le...

Quel che sognano le donne

By on Mag 5, 2016 in Letteratura

Confesso di non aver mai letto Jane Eyre. Solo per l’insistenza della ex-corta che mi somiglia guardai insieme a lei un film tratto dal capolavoro (perché di capolavoro pare si tratti) di Charlotte Bronte. Nel film la protagonista era interpretata da un’attrice così insignificante e bruttina da non farmi raccapezzare all’idea che il ricco e affascinante Rochester finirà con sposarla. Naturalmente, e qui aveva ragione da vendere l’ex corta che mi somiglia, come al solito non avevo capito nulla. A mia scusante mettiamoci anche la modestia della pellicola in questione. Ieri mi imbatto in un articolo a firma di Valentina Della Seta, una donna ovviamente, che a proposito di Jane Eyre dice: “La storia è pervasa da un fortissimo sottotesto erotico, con Jane che maneggia la miccia di una bomba di desiderio inesploso nei confronti dell’uomo da cui sogna di essere sessualmente dominata…”....