Ho comprato e poi letto (le due cose non sono sempre congiunte) i “I russi sono matti. Corso sintetico di letteratura russa” di Paolo Nori per la buona ragione che me l’ha consigliato uno di cui mi fido. In verità, non l’ha consigliato direttamente e personalmente a me ma, fateci caso, una cosa funziona – letteratura, cinema, pittura e persino la retorica politica – quando sembra che l’autore stia parlando proprio a te. Il guaio di “I russi sono matti” è la premessa; i quattro scioperati che mi leggono sanno quanto detesti le introduzioni e le premesse. Quelle di Nori sarebbero anche divertenti e parecchio, se non che la sua scrittura imita quella di Baricco, del Baricco quando è stanco e gli viene fuori il birignao di Salinger quando Salinger fa parlare il giovane Holden con l’intonazione e le cadenze che l’hanno reso l’adolescente di riferimento del Canone Occidentale (scritto...