L’asino del Messia

By on Ott 11, 2019 in Letteratura

Un tempo le cose erano più semplici anche in editoria, o almeno così apparivano. I cataloghi erano suddivisi da tre voci: narrativa, saggistica, varia, quest’ultima usata il più delle volte come refugium peccatorum nel quale confinare i titoli di incerta attribuzione. Negli ultimi anni la tassonomia editoriale ha ovviato al problema ramificando una pletora di generi, sottogeneri e collane con un esuberanza inferiore solo alle sigle della popolosa sinistra italiana. Così, i nomi di collana oltre a celare perfettamente il contenuto, sfidano coraggiosamente il ridicolo come il sublime “I cavoli a merenda” dell’Adelphi. Chiedersi in che cassetto sistemare un libro potrebbe sembrare questione di lana caprina o, peggio, quesito della Scolastica medievale del tipo quanti angeli stanno su una capocchia di spillo. Non è così per due ordini di ragioni: la prima è la “Legge di Borges” secondo la...

Tempo e memoria

By on Lug 23, 2019 in Letteratura

Non ho nessun merito, soltanto un po’ di fortuna. La copertina era talmente bella che sarebbe stato impossibile non prenderlo in mano. Certo, il libro stava lì sdraiato sul bancone ad altezza d’occhio. Pochi i meriti del librario, di un Adelphi si trattava perbacco, e con gli Adelphi è come vendere la nutella. Cosa sarebbe accaduto se l’editore fosse stato piccino e magari pure sfigato? Gli editori piccini di norma non son bravi a fare le copertine. Il libro s’intitola “Austerlitz”. Capolavoro assoluto di W.G. Sebald, chiude in modo magistrale la letteratura del secolo scorso. È un libro che mi piace immaginare speculare al monumento proustiano: come la “Recherche” anche il tema di “Austerlitz” riguarda tempo, memoria e passato. Il merito della scoperta de “Il fantasma della memoria” (Treccani editore) va invece a Faccialibro e al sistema di relazioni a incastro che è possibile...

Prefazioni

By on Lug 20, 2019 in Letteratura

Alzi la mano chi legge le prefazioni. Noiose come il curling, il più delle volte scandalosamente inutili alla comprensione del testo. Destano il sospetto di una marchetta dell’editore che con poco, due bacetti una carezzina, coccola la sua scuderia di autori, referenti, sodali e cliens. Una prefazione non si nega a (quasi) nessuno. (Basti pensare allo sciocchezzaio che uno stuolo di copy-writer di minor o maggior talento è costretto a vergare in nome e per conto di Sindaci, Assessori, Direttori, Sovraintendenti, Promotori e Sponsor che avvilisce il catalogo di ogni mostra d’arte che si rispetti). A volte le prefazioni sono opera dell’autore; e qualche volta sono più d’una poiché premettono la prima edizione dalle successive. E’ allora che, occhio alla penna, vale davvero la pena di leggerle. La prefazione della prima edizione italiana di “Intellettuale ad Auschwitz” (Bollati...

L’amico siciliano

By on Lug 18, 2019 in Letteratura

Non volevo parlarne. Ma il catenaccio di Repubblica è irresistibile: “Morto a 93 anni il geniale inventore del commissario da 30 milioni di copie”. Inevitabile pensare all’Ulrich de “L’uomo senza qualità” messo in crisi dal pugile e ancor più dal cavallo che rispettivamente avevano chi combattuto e chi corso “genialmente”.  Lungi da me pensare che l’avverbio non si attagli all’opera di Camilleri (in realtà lo penso eccome, ma è un’altra storia). Il disturbo me lo dà il legame logico proposto esplicitamente dal titolista: poiché ha venduto 30 milioni copie, non può che essere geniale. È una logica perfetta, indiscutibile. Ma perfetta per ragionare come il Cav. Berlusconi di ascolti sulle sue tv negli anni d’oro. Perfetta per definire il formaggio Philadelphia una squisitezza, una bontà: un prodotto “geniale”, un capolavoro di marketing; è consumato ogni anno da milioni di persone nel...