I russi sono matti

By on Gen 27, 2020 in Letteratura

Ho comprato e poi letto (le due cose non sono sempre congiunte) i “I russi sono matti. Corso sintetico di letteratura russa” di Paolo Nori per la buona ragione che me l’ha consigliato uno di cui mi fido. In verità, non l’ha consigliato direttamente e personalmente a me ma, fateci caso, una cosa funziona – letteratura, cinema, pittura e persino la retorica politica – quando sembra che l’autore stia parlando proprio a te. Il guaio di “I russi sono matti” è la premessa; i quattro scioperati che mi leggono sanno quanto detesti le introduzioni e le premesse. Quelle di Nori sarebbero anche divertenti e parecchio, se non che la sua scrittura imita quella di Baricco, del Baricco quando è stanco e gli viene fuori il birignao di Salinger quando Salinger fa parlare il giovane Holden con l’intonazione e le cadenze che l’hanno reso l’adolescente di riferimento del Canone Occidentale (scritto...

Il sorriso consapevole

By on Dic 5, 2019 in Contemporaneità, Letteratura

Parrebbe che l’urlo, l’insulto, il vaffa, stiano finalmente passando di moda. Il condizionale non è d’obbligo, ma la prudenza sì. (Più difficile che invece s’attenui l’antisemitismo, la bestia millenaria che il nostro lassismo quieto e compiaciuto, il piacere filisteo del quieto vivere, periodicamente dà per chetata). È il clima delle piazze sardinesche dove, per il momento almeno, si respira l’aria che i nostri vecchi raccontavano ci fosse alla fine della guerra, un breve periodo di tregua che seguiva al sollievo dello scampato pericolo. “Nulla di ordinario”, il racconto dei giorni che Michal Rusinek trascorre accanto a Wislawa Szymborska dall’assegnazione del Premio Nobel sino alla di lei morte, è la lettura raccomandata per questi nostri giorni di (ritrovata?) normalità. La vita quotidiana di una meravigliosa poetessa che vive come scrive: l’ironia, l’orrore per l’esposizione e la...

L’asino del Messia

By on Ott 11, 2019 in Letteratura

Un tempo le cose erano più semplici anche in editoria, o almeno così apparivano. I cataloghi erano suddivisi da tre voci: narrativa, saggistica, varia, quest’ultima usata il più delle volte come refugium peccatorum nel quale confinare i titoli di incerta attribuzione. Negli ultimi anni la tassonomia editoriale ha ovviato al problema ramificando una pletora di generi, sottogeneri e collane con un esuberanza inferiore solo alle sigle della popolosa sinistra italiana. Così, i nomi di collana oltre a celare perfettamente il contenuto, sfidano coraggiosamente il ridicolo come il sublime “I cavoli a merenda” dell’Adelphi. Chiedersi in che cassetto sistemare un libro potrebbe sembrare questione di lana caprina o, peggio, quesito della Scolastica medievale del tipo quanti angeli stanno su una capocchia di spillo. Non è così per due ordini di ragioni: la prima è la “Legge di Borges” secondo la...

Tempo e memoria

By on Lug 23, 2019 in Letteratura

Non ho nessun merito, soltanto un po’ di fortuna. La copertina era talmente bella che sarebbe stato impossibile non prenderlo in mano. Certo, il libro stava lì sdraiato sul bancone ad altezza d’occhio. Pochi i meriti del librario, di un Adelphi si trattava perbacco, e con gli Adelphi è come vendere la nutella. Cosa sarebbe accaduto se l’editore fosse stato piccino e magari pure sfigato? Gli editori piccini di norma non son bravi a fare le copertine. Il libro s’intitola “Austerlitz”. Capolavoro assoluto di W.G. Sebald, chiude in modo magistrale la letteratura del secolo scorso. È un libro che mi piace immaginare speculare al monumento proustiano: come la “Recherche” anche il tema di “Austerlitz” riguarda tempo, memoria e passato. Il merito della scoperta de “Il fantasma della memoria” (Treccani editore) va invece a Faccialibro e al sistema di relazioni a incastro che è possibile...