Ho incontrato Daniel Mendelsohn leggendo una recensione. Non cito l’autore. Fa parte della compagnia di giro che se le dice e se le canta scambiandosi aggettivazioni (indimenticabile, imperdibile, il meglio degli ultimi dodici mesi) come chicchi di granturco per attirare i piccioni. Ho usato il verbo incontrare perché gli autori si incontrano quando vogliono gli dèi. Come le storie d’amore non sono previste programmazioni. E’ un’epifania, avviene solo nella virtualità discreta della pagina, mai – assolutamente mai – nei cafarnao dei festival e dei reading. Saper narrare è già un miracolo, perché mai pretendere che l’autore sappia anche commentare con intelligenza ciò che ha scritto e – iddio ne scampi e liberi – persino sappia leggere con maestria le sue pagine? Scrivere e recitare, si sa, sono due arti lontane tra loro come il tofu dal gorgonzola. L’autore le cui pagine ci...