Parola di cane

By on Dic 16, 2021 in Letteratura

Ogni tanto qualcuno mi chiede come si impara a scrivere. Di solito rispondo chiedendo di quale scrittura si stia parlando, se funzionale o creativa. La prima si può apprendere, la seconda no. Tra le due corre la differenza che c’è tra gli artigiani e gli artisti. Nel migliore dei casi i primi, dopo ragionevole apprendistato, scrivono per i giornali o per la pubblicità; i secondi invece inventano le Emma Bovary, le Anna Karenina, le Duchesse di Guermantes, le Molly Bloom. Come si diventa artisti della scrittura? Come lo sono diventati i signori Flaubert, Tolstoj, Proust, Joyce. Scrivendo come pazzi dal mattino alla sera, scontenti la sera di ciò che avevano scritto al mattino. Non certo andando a scuola di scrittura. Anche perché le scuole di scrittura un tempo non esistevano. Da chi imparavano? Come Montaigne dai grandi del passato, e occasionalmente da qualche altrettanto grande...

Una donna

By on Dic 1, 2021 in Letteratura

Ho incontrato Hilary Mantel una domenica mattina di fine estate. “Robinson”, il sorprendente inserto di Repubblica che riesce nell’impresa di pubblicare nelle stesso numero Emmanuel Carrère e Nino D’angelo, aveva dedicato la copertina a quella che per me era una perfetta sconosciuta. Di lei non avevo letto neppure una riga. Peggio, non sapevo neppure chi fosse. Per ragioni che mi sono del tutto sconosciute ho un po’ di problemi con le persone obese. Provo nei loro confronti un’avversione ingiustificata quanto profonda, la stessa che anima il gesuita nei confronti del selvaggio che pur privo del Dio cristiano si mostri felice della sua placida ignoranza; una spiegazione la potrebbe dare Susan Sontang nel suo “Malattia come metafora”: la malattia come colpa, la malattia come lato oscuro della nostra coscienza. Così l’obesità, la grassezza, la cicciosità bulimica, l’orrida pesantezza del...

Il tempo è galantuomo?

By on Ott 16, 2021 in Letteratura

Sorride sornione sulla copertina del “Venerdì di Repubblica” che Marco Cicala, l’autore del pezzo, con serafica perfidia definisce “un filo equino alla Fernandel”. Ma, indiscutibilmente, al pari di Clint Eastwood e Anna Magnani, Camus possiede solo due posture facciali e la seconda è il volto pensoso alla Bogart con sigaretta d’ordinanza. L’articolo è un gradevole pretesto per parlare della pubblicazione delle 865 (!) lettere d’amore che Maria Casarès  e Albert Camus si scambiarono nel corso della loro lunga e travolgente – “come un film da cineteca” precisa l’occhiello – storia d’amore Morti gli amanti e morta pure la moglie dello scrittore, la figlia Catherine ha dato il visto si stampi. Bompiani si è assicurata i diritti e (coraggiosamente) pubblica “Saremo leggeri”, un augurio più che una promessa visto che il volume consta di 1558 pagine che vengon via come si dice...

Mimesis

By on Ott 6, 2021 in Letteratura

La letteratura è una malattia. Al punto che taluni provano invidia per chi non ha ancora letto quelli che ritiengono essere capolavori irrinunciabili, “livres de chevet” da avere sempre sottomano. Condizione ritenuta fortunatissima opportunità  per godere del piacere della “prima volta”. (“Pensa che fortuna! Non ha ancora letto Guerra e pace!” etc. etc). Premesso che le “prime volte” degli esseri umani non sono mai soddisfacenti come le seconde, le terze (per non parlare delle quante e delle successive) in ragione del fatto che sono richiesti avvicinamenti progressivi al piacere ogni qualvolta sono in gioco dinamiche relazionali, quando rileggiamo un’opera d’arte oppure assistiamo alla rappresentazione di un capolavoro che non frequentavamo da tempo, la sorpresa – o meglio: la scoperta – nasce dal constatare quanto siamo cambiati: quanto grandi sino le nuove emozioni e le nuove...