Poche cose al mondo sono più noiose di scienza della politica. E poiché i guai non vengono mai da soli, alla noia si somma l’irritazione per l’astrusa irrilevanza di enunciati, teorizzazioni, formule e ipotesi progettuali. Queste ultime, come sa bene Platone il primo e più grande politologo della storia, rischiose al punto da mettere a repentaglio la vita stessa del propugnatore. Un mestiere pericoloso In passato il politologo stava al Principe come oggi l’allenatore al patron della squadra di calcio. Sacrificabile (e spesso sacrificato) in nome di quella ragion di Stato che era il nome in cui di volta in volta il signore dava ai propri comodi interessi. Oggi i tempi sono cambiati e al politologo capita pure di spegnere 100 candeline, come accade in questi giorni a Sua Maestà Henry Kissinger, Signore della Realpolitik. Lontanissimi per sua e nostra fortuna i tempi del povero...