Seduto sulla mia poltrona giallo Van Gogh rumino la mia consueta macedonia filosofica passando con serena incoscienza dall’ultimo dialogo tra Paolo Flores d’Arcais e Maurizio Ferraris (Micomega 2/2015) sul nuovo realismo, al saggio di Ferraris sul Kant (Goodbay Kant!, Bompiani) per atterrare voluttuosamente sul “Sant’Agostino” di Carlo Chiurco. Un vagabondaggio mentale all’insegna della chiarezza espositiva e della facilità di lettura (da non confondersi con la facilità di comprensione). Una festa, insomma. Pura e semplice ingordigia, bulimia infantile ispirata dal fatto che gli autori citati, a differenza di molti stimati professionisti del bla-bla filosofico, hanno realmente delle cose da dire e le dicono in modo chiaro e comprensibile. Questo rende accessibile la lettura e al tempo stesso la complica: il pensiero comunicato in modo chiaro e...