Gli italiani vanno pazzi per gli anniversari. In questi giorni ne scadono addirittura due, gli 80 anni di Lucio Dalla e Lucio Battisti. (Forse non è elegante usare il verbo “scadere”, più adatto allo yogurt o ai codici otp della banca, eppure questo mi paiono: scadenze da programmare con cura, la stessa con cui si preparano in largo anticipo i coccodrilli degli importanti che hanno raggiunto una certa). A me degli anniversari non è mai fregato una mazza. Quand’ero giovane ed ero già in fissa con Mozart e il divino Marcel, mai mi sarei sognato di emulare Schroeder dei Peantus. Così come non riesco a sconvolgermi per la morte di un anzianissimo. Di solito gli anzianissimi hanno il vizio d’aver smesso da un pezzo di “essere ciò che erano stati”. Giusto per intenderci: Gino Paoli e la Vanoni a Sanremo, non sono uno spettacolo e neppure un’epifania. Sconvolgiamoci per i bambini morti...