Xe pèso el tacòn del buso

By on Feb 12, 2024 in Contemporaneità

Temo che l’ambasciatore israeliano Alon Bar abbia torto. A proposito delle accuse di genocidio mosse dal cantante Ghali a Israele, il diplomatico ha affermato: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Penso abbia torto per due ordini di motivi. La censura, di qualsiasi tipo e forma, censura, non ha nulla a che vedere con i principi di paese democratico; in secondo luogo Sanremo è per definizione il luogo ideale di chi è disposto a denudare sul palco pure la zia Peppina pur di ottenere uno scampolo di notorietà. Forse l’ambasciatore non sa che l’era delle dichiarazioni “superficiali e irresponsabili” ebbe inizio nel lontano 1970. La bomba alla Banca dell’Agricoltura era esplosa da poche settimane e lo scontro sociale aveva raggiunto livelli altissimi. Ma l’ineffabile Celentano...

Nella galassia di QWERTY

By on Feb 9, 2024 in Contemporaneità

Stanotte ho avuto un incubo. Un raggio traente mi trasportava all’interno di un’astronave aliena sospesa sopra il cielo di Milano. Un’abbagliante luce bianca opalina mi impediva di indovinarne le fattezze dei miei rapitori. I quali, con tenacia degna di miglior causa, insistevano a propormi quesiti ai quali non ero in grado di dare risposta. Non ho mai guardato quella cosa che chiamano “Sanremo”. Non quando ero giovane, né tantomeno ora che sono vecchio; pur essendo in qualche modo informato dei fatti (giornali e siti generalisti non parlano d’altro) non sapevo spiegare agli alieni perché milioni di italiani si facciano spettatori di uno spettacolo indicibile. Ogni anno qualche milione in più, dicono. E nonostante la crisi demografica. Non sapevo spiegare neppure perché il signor Amedeo – quello che si fa chiamare Amadeus e, addirittura, Ama anche da perfetti sconosciuti – che è...

Pietre di casa mia

By on Gen 26, 2024 in Contemporaneità

Quest’anno ho pensato di disertare l’appuntamento. Scrivere anche solo due righe per il “giorno della memoria” mi pareva impossibile. La marea di dichiarazioni imbecilli, se non espressamente criminaloidi, provenienti dal variegato mondo propal inducono alla depressione più che alla rabbia. Poi l’altro giorno ho scorto nel quartiere dove abito il baluginare dell’ennesima pietra d’inciampo. A Milano spuntano come funghi. L’anno scorso ne hanno posate 26 portando a 171 il totale. Numero provvisorio, purtroppo. La pietra d’inciampo, l’abbiamo letto un milione di volte, è un’invenzione dell’artista tedesco Gunter Demnig. Un’idea geniale, forse la sola possibile per contrastare la fine della memoria: fra poco non sarà più in vita neppure un testimone. Purtroppo, e le imbecillità troppo spesso criminaloidi dei propal lo dimostrano, il “giorno della memoria” non serve a nulla. Si...

Il personale è politico

By on Gen 4, 2024 in Contemporaneità

Lunedì primo gennaio Rai 3 ha trasmesso il docufilm “Io, noi e Gaber”. Mai amato Gaber. Sapevo però che il film era una cosa ben fatta e con quegli anni – i malefici Settanta – non ho ancora finito di fare i conti. C’è anche un’altra ragione che mi ha indotto a guardarlo, anche questa strettamente personale: “L’eroe che pensa”. In poche pagine, Alfonso Berardinelli riflette su situazioni problematiche quando “intelligenza e potere entrano in contrasto, rivelando la loro reciproca, radicale estraneità”. Non sono tanto le pur densissime pagine su Amleto e sul principe Bolkonskij ad avermi colpito, quanto la riflessione sul rapporto intercorso tra gli intellettuali italiani e il marxismo; in buona sostanza, la loro (la nostra) adesione ad un’idea di comunismo compiuta senza aver fatto i conti con il socialismo realizzato. “Io, noi e Gaber” è utile per chiunque abbia tempo e voglia di...