Domani, nel frattempo.

By on Set 15, 2020 in Comunicazione

Oggi ho acquistato il primo numero di Domani. (Sì, lo so, è un calembour della mutua; a mia attenuante diciamo che l’ha provocato la frase di Walter Siti che campeggia nella versione digitale: “Il domani non è altro che l’oggi osservato con più attenzione”). Un ben strano giornale questo primo numero di Domani che ho comprato oggi. Sulle 20 pagine dell’agile edizione cartacea firmano un numero decisamente consistente di scrittori. Oltre al già citato Siti, ci fanno compagnia Igiaba Scego, Arianna Farinelli, Gianfranco Carofiglio, Jonathan Bazzi e Daniele Mencarelli. Nonostante che la categoria ultimamente sia più svalutata di una moneta argentina, continuo a pensare che i giornali li debbano fare i giornalisti non gli scrittori. Che gli editoriali sulla crisi degli Stati Uniti, vera o supposta che sia, li debbano redigere opinionisti che il ruolo se lo sono conquistato sul campo e nel...

Carlotta canta. Speranza suona.

By on Set 4, 2020 in Comunicazione

Niente più pubblicità in tv grazie alle piattaforme streaming. Una liberazione, certo: la qualità dei nostri commercial fa rimpiangere persino le più stucchevoli storielle di Carosello, ma anche un limite per chi fa un mestiere come il mio. L’altra sera ho però pigiato il tasto sbagliato. Invece di Netflix sono finito sulla 7, il canale di proprietà di quel signore che in redazione qualcuno ha soprannominato – non si sa se per via della statura fisica o di quella imprenditoriale – “editorino”. Fortuna vuole che in quel momento girasse lo spot Amazon. Quello della signora appesantita dall’età che sfaccendando lenta tra gli scaffali dei pacchi ringrazia l’azienda per averle dato un’altra possibilità che nessuno credeva fosse (ancora) possibile. Per una della sua età, implicitamente priva qualsivoglia competenza specialistica. Dal tinello al muletto a mano, insomma. Ma...

“Hypocrite lecteur, – mon semblable, – mon frère!”

By on Apr 24, 2020 in Comunicazione

Tanto tempo fa, diciamo un secolo circa, scrissi un libro. L’argomento riguardava il perimetro del mio lavoro. Dopo aver vinto le resistenze dell’editore lo intitolammo “La rosa e il giardiniere”. Metafora tratta dall’arte della floricultura per indicare il rapporto che corre tra i brand e coloro che dovrebbero averne cura. Risparmio ai dodici sfaccendati che hanno il garbo di seguirmi la differenza che corre tra un brand e un prodotto; diciamo solo che nelle intenzioni dei progettisti i brand sono (o dovrebbero essere) come le persone: dotati di carattere, morfologia e financo fisiologia unici e distintivi. I brand di successo, ovviamente. Creare un brand che possa avere una ragionevole probabilità di successo è impresa difficile quanto educare un individuo a diventare persona, ovvero autenticamente sé stesso. Riguardo ai brand, studi di settore calcolano che su mille nuovi prodotti...

Non pane e neppure brioches

By on Apr 11, 2020 in Comunicazione

Demagogia è una parola sfortunata. In origine significava “arte di guidare il popolo” ma rapidamente si trasforma in “pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingando le loro aspirazioni con promesse difficilmente realizzabili”. Così che, fatalmente, il regime politico basato sulla demagogia “rappresenta la forma corrotta della democrazia o una simulazione di questa”. (Sulla demagogia Luciano Canfora ha pubblicato un’interessante libretto per i tipi di Sellerio). Di demagoghi è purtroppo pieno il mondo, in particolare quello politico. Al punto che ci abbiamo fatto il callo e la cosa non stupisce più di tanto. La reazione è assai diversa se l’artefice di una dichiarazione che ci appare demagogica è persona che consideriamo degna di fede, informata e documentata riguardo a ciò che sostiene, propone o più semplicemente auspica. È il caso dell’articolo di Michele...