La versione di Gedi

By on Lug 20, 2021 in Comunicazione

Oggi mi ha scritto “la Repubblica”. Niente di personale s’intende. La stessa mail l’hanno ricevuta qualche centinaio di migliaia di persone che come me hanno sottoscritto un abbonamento. In realtà mi ha scritto Gedi, la nuova mamma di Repubblica. Poiché è preoccupata per via della retention quella cosa che ha che fare con la fedeltà di consumo, mi propone di partecipare al programma “Gedi Smile” (scritto tutto maiuscolo) il Club (maiuscolo) che si prefigge di sorprendermi ogni giorno regalandomi premi, vantaggi e emozioni (senza la “d” eufonica) continue. Perché, prosegue Gedi, “la felicità è un’abitudine quotidiana”. Ora, come ben sanno gli otto sfaccendati che continuano a seguire queste noterelle che io continuo a chiamare “madeleine” come se fossero biscotti a forma di conchiglia pucciati nel tè nonostante il caldo anche se biscotti non sono; come sanno gli sfaccendati dicevo, di...

Idealista

By on Giu 27, 2021 in Comunicazione, Contemporaneità

La pubblicità, ormai lo sanno anche i paracarri, non ha mai inventato niente. Contrariamente ad ogni altra forma di comunicazione, la pubblicità non precede, non anticipa, non determina nessun cambiamento. Nel migliore dei casi lo annuncia. Come il solerte commercialista e l’avveduto notaio, la pubblicità annusa lo spirito del tempo e sagacemente lo rende manifesto. È stato così al tempo del “chi vespa mangia le mele” e del “cuore di panna”, campagne dedicate ad una nuova generazione di adolescenti finalmente liberi di scoprire (e in qualche misura pure praticare) sentimenti ed emozioni. Inutile (ingiusto?) chiederle di più. La pubblicità, soprattutto quella “buona” cioè fatta bene, misura la sua ontologia attraverso una sola metrica: le vendite. Tutto il resto – notorietà, reputazione, moralità – sono le fole che il bravo pubblicitario sa di dover raccontare (e, dall’altra parte della...

Ti conosco mascherina

By on Gen 28, 2021 in Comunicazione

Nel mercato della comunicazione contemporanea ci sono persone pagate profumatamente per intervenire in caso di sfiga. Se un ascensore si guasta e qualcuno ci rimette la pelle; se una partita di maionese è contaminata dalla salmonella; se la nave da crociera va alla deriva, intervengono gli esperti della così detta “gestione delle crisi” (i milanesi imbruttiti la chiama confidenzialmente crisis management). L’obiettivo del loro lavoro è semplice. Le strategie per conseguilo assai meno. In buona sostanza si tratta di difende la reputazione del brand e dell’azienda che lo esprime. Mestieraccio, ma qualcuno deve pur farlo. La storia della mascherina U-Mask posta sotto sequestro mi pare paradigmatica. Riassumo: l’azienda è indagata per frode; la tesi degli inquirenti è che la capacità di filtraggio sia inferiore (e di parecchio) a quella dichiarata (70-80% vs. 98-99%). Che fa l’azienda,...

Capitani coraggiosi

By on Gen 26, 2021 in Comunicazione

Leggo di un fenomeno nuovo per i media americani, si scoprono orfani di Trump. Le gesta, le sparate e le menzogne (secondo il Washington Post Trump ha mentito 30.573 volte) del più incredibile Presidente degli Stati Uniti d’America, hanno moltiplicato le tirature e gli abbonamenti dei giornali e fatto esplodere la share degli spettacoli televisivi. Una montagna di soldi che ora, con l’avvento della noiosa, prevedibile, ragionevole Amministrazione Biden, rischiano di andare il fumo. Come al solito, l’America ci imita. Dopo la pizza, la mafia e il Presidente Imprenditore, ora l’editoria Usa si scopre affetta della patologia che dopo venti anni di inesausta opposizione colpì “Repubblica” quando il Cav Banana concluse la sua parabola politica. Da un giorno all’altro il giornale scoprì di aver perduto insieme al Nemico anche la propria Identità. Così, anche se non è il caso di scomodare la...