C’era una volta un Re

By on Feb 1, 2022 in Comunicazione

“C’era una volta un re / seduto sul sofà / che disse alla sua serva / raccontami una storia /  la serva incominciò”. Nell’attesa di assistere alla performance di Drusilla Foer sul palco di Sanremo, mi sono venute in mente le parole dell’amico Giuseppe, attore anglo-pugliese noto per la sapienza con cui sposa la passionalità al rigore. Il suo ultimo amore – in senso temporale, beninteso – è il podcast, il nuovo genere tecno-letterario il cui codice genetico secondo Giuseppe ha parecchio in comune con “Carosello”. Poche parole come “Carosello” svolgono la funzione di marcatore del tempo. Ho googolato il lemma. Solo dopo un centro commerciale, un B&B di Bologna, un centro servizi a Singapore, una casa di produzione musicale, è comparsa la voce Wikipedia: “Carosello fu un programma televisivo pubblicitario italiano andato in onda sul Programma Nazionale (poi Rete 1) della...

Spiegato bene? Una riflessione sul Post

By on Dic 6, 2021 in Comunicazione

Se dovessimo stilare la classifica dei dieci mestieri più mortali al mondo dopo la cattura di serpenti velenosi a mani nude ai primi nove posti troveremmo il mestiere dei giornali. Giornali e giornalisti, pur essendo da lunghi anni gravemente malati, non praticano altra terapia che il taglio dei costi. Lo stesso approccio adottato nella Guerra di Secessione americana quando per scansare le setticemie si amputava con la leggiadria di Jack mani di forbice. Risultato: prepensionamenti, redazioni raschiate all’osso, fallimento dei sistemi previdenziali, prodotti giornalistici sempre più modesti e grossolani. Chi manda avanti la baracca sostituendo i colleghi accompagnati all’uscita spesso è un precario di scarsa o nessuna esperienza, i cui “compensi professionali” sono concepiti secondo i dettami della gig economy. Taglia, taglia, qualcosa resterà è un proverbio talmente idiota che neppure...

La versione di Gedi

By on Lug 20, 2021 in Comunicazione

Oggi mi ha scritto “la Repubblica”. Niente di personale s’intende. La stessa mail l’hanno ricevuta qualche centinaio di migliaia di persone che come me hanno sottoscritto un abbonamento. In realtà mi ha scritto Gedi, la nuova mamma di Repubblica. Poiché è preoccupata per via della retention quella cosa che ha che fare con la fedeltà di consumo, mi propone di partecipare al programma “Gedi Smile” (scritto tutto maiuscolo) il Club (maiuscolo) che si prefigge di sorprendermi ogni giorno regalandomi premi, vantaggi e emozioni (senza la “d” eufonica) continue. Perché, prosegue Gedi, “la felicità è un’abitudine quotidiana”. Ora, come ben sanno gli otto sfaccendati che continuano a seguire queste noterelle che io continuo a chiamare “madeleine” come se fossero biscotti a forma di conchiglia pucciati nel tè nonostante il caldo anche se biscotti non sono; come sanno gli sfaccendati dicevo, di...

Idealista

By on Giu 27, 2021 in Comunicazione, Contemporaneità

La pubblicità, ormai lo sanno anche i paracarri, non ha mai inventato niente. Contrariamente ad ogni altra forma di comunicazione, la pubblicità non precede, non anticipa, non determina nessun cambiamento. Nel migliore dei casi lo annuncia. Come il solerte commercialista e l’avveduto notaio, la pubblicità annusa lo spirito del tempo e sagacemente lo rende manifesto. È stato così al tempo del “chi vespa mangia le mele” e del “cuore di panna”, campagne dedicate ad una nuova generazione di adolescenti finalmente liberi di scoprire (e in qualche misura pure praticare) sentimenti ed emozioni. Inutile (ingiusto?) chiederle di più. La pubblicità, soprattutto quella “buona” cioè fatta bene, misura la sua ontologia attraverso una sola metrica: le vendite. Tutto il resto – notorietà, reputazione, moralità – sono le fole che il bravo pubblicitario sa di dover raccontare (e, dall’altra parte della...