Impara l’arte. E poi mettila dove vuoi

By on Feb 27, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

La vera arte non va mai spiegazzata. Credo fosse di Linus la battuta magistrale in una delle strisce se possibile più magistrali delle altre del grande Schulz. A partire dal Van Gogh appeso giusto davanti al biliardo nella cuccia di Snoopy, i Peantus sono pieni di riferimenti all’arte e al tema dell’arte nella vita di ciascuno di noi, come sa bene Lucy Van Pelt quando tenta inutilmente di attirare l’attenzione di Schroeder, il piccolo pianista seguace di Beethoven. Ma qual è la vera arte, e come distinguerla da quella finta senza tema di incorrere in errori ed omissioni? Quesito per nulla astratto che, dopo quanto è accaduto alla rassegna di arte contemporanea “Display Mediating Landscape” a Bari, non riguarda più solo i perditempo o gli studiosi di estetica. L’assassino questa volta non è il maggiordomo, ma la donna delle pulizie che “in un eccesso di zelo” raccontano le cronache...

Ti amo, Guglielmo!

By on Feb 16, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Quanti sono i generi di regia teatrale? Me ne vengono in mente tre: rispettoso alla lettera del testo e della tradizione; concettual-simbolico, laddove la scenografia è inesistente oppure ridotta a pura presenza iconica; liberamente, quando il gioco dell’interpretazione la fa da padrone sul testo e sulla storia del testo. Nel primo caso si rischia poco: Amleto se ne sta nel suo castello, Aida sparisce come da contratto sotto la fatal pietra, le Valchirie cavalcano la scena con le corna di mucca sulla testa. Se invece la scelta di regia pigia il tasto dell’astrazione concettuale, tutta l’attenzione è concentrata sulla recitazione pura e il rischio che si corre è la staticità (se non la noia). Ricordo un Re Lear di Strelher con Tino Carraro e Ottavia Piccolo. Memorabile. Sulla scena solo una (piccola) collinetta, molto metafisica. Forse un po’ troppo. Per quanto riguarda...

Appunti su un film che non ho visto (e che quasi certamente non vedrò).

By on Gen 26, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Margarethe von Trotta è una regista che ha diretto film importanti. Qualcuno riuscito, altri meno. Questo suo “Hannah Arendt” non farà eccezione, è un talmente un film difficile da realizzare che le vie di mezzo sono precluse. Stupisce che l’industria cinematografica metta dei soldi su un biopic dedicato a un filosofo del Novecento; non è una sorpresa invece che la von Trotta affronti un tema irrisolto e irrisolvibile come lo sterminio degli ebrei d’Europa. Tutto bene, dunque? No, il problema è la locandina dove la head-line dichiara senza mezzi termini che her ideas changed the world. Purtroppo non è così, magari lo fosse. Le idee di Hannah Arendt non hanno cambiato il mondo. Ha stimolato il pensiero del mondo, Hannah Arendt. Ha provocato reazioni e discussioni furibonde con la tesi della banalità del male nel mondo ebraico; ha costretto a pensare in modo nuovo alla Shoah, quando...

Crisi

By on Gen 19, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Crisi: dal latino CRISIS, dal greco KRISIS, che tiene a KRINO, separo, e figuratamente, decido. Momento che separa una maniera di essere o una serie di fenomeni da altra differente Il giorno dopo il giornale è buono solo per incartare il pesce recita un noto aforisma. Un indubbio vantaggio competitivo rispetto a internet, nelle cui gore spesso e volentieri si incarta se medesimi, verrebbe da dire, se non fosse che la shelf-life dei giornali non è più neppure quotidiana. Si comprano i giornali per affetto, o per leggere le opinioni, non più le notizie. Il quotidiano è diventato ormai da un pezzo una sorta di settimanale. E’ forse per questo motivo che fatico a gettare le copie esaurite temendo sempre di perdermi qualcosa, stimolo, nota, riferimento, indicazione bibliografica di un libro che chissà quando potrò leggere. Pensavo più o meno a questo l’altra mattina davanti alla pila dei...