Nel più che ragionevole numero di nevrosi che mi fanno compagnia, per mia fortuna non figura la superstizione e neppure strane inclinazioni per la numerologia e la cabala. Devo però mio malgrado ammettere che anche a me fa un certo effetto constatare la corrispondenza tragico-farsesca che corre tra il 1914 e oggi. Un secolo fa il più evoluto continente, la regione che aveva conquistato un livello di sviluppo altrimenti impensabile nella storia dell’umanità, precipitava nel più stupido e immane massacro. Tamerlano, Gengis Khan, Riccardo cuor di Leone e pure il feroce Saladino, sono mammolette vezzose al confronto della bestiale ferocia che le gerarchie militar-imperiali esibiranno per cinque lunghi anni (cinque anni filati!) mandando con consapevole indifferenza la meglio gioventù europea al macello. Come diceva quel signore nato a Treviri e sepolto a Londra, la storia si presenta...