La cosa più sconvolgente non è il sadismo del branco. E neppure l’orribile modalità: l’aria ad alta pressione che ha massacrato il colon del ragazzo ciccione. (C’è sempre in queste storie un ragazzo ciccione, a volte persecutore, più spesso vittima). Lo sconvolgente è la faccia della madre napoletana che urla l’innocenza del figlio. E’ solo uno scherzo finito male, grida con quel tipico orribile berciare che trasforma le persone in massa e le masse in plebe. Da sempre gli adolescenti, anche quelli che l’adolescenza dovrebbero averla conclusa da un pezzo, fanno giochi di violenza. Di sadismo. Di sottomissione. Di stupro rituale di branco. Ai danni di maschi come di femmine, di ciccioni o normo formati. Un fenomeno che esiste da sempre, come racconta esemplarmente Musil nel romanzo di formazione “I turbamenti del giovane Torless”. Solo che...