Antigone 2.0

By on Nov 9, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Sul caso Cucchi non ci sarebbe molto da dire. Caso mai molto da fare. Quando una persona viene privata della libertà da parte di un organo dello Stato legittimato a farlo, dovrebbe essere più garantita dei tre porcellini nella casa di quello furbo costruita con i mattoni. E’ questa la differenza sostanziale (una delle) che discrimina la civiltà dalla barbarie, le Società nate dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo dai totalitarismi. Ma Cucchi era solo un piccolo spacciatore ed è morto. Stando alle foto, non di raffreddore. Ma se si parla di Cucchi – ed è una fortuna per noi tutti e per la salute della nostra democrazia – il merito va alla sorella Ilaria. Che con incredibile tenacia chiede verità. Ilaria Cucchi mi fa venire in mente un’altra donna, l’Antigone sofoclea. Come Antigone Ilaria Cucchi non esita a sfidare l’autorità e il senso...

Professione reporter

By on Ott 22, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Ieri è morto a 93 anni Benjamin C. Bradlee, il direttore che prese il Washington Post quando era un qualsiasi giornale locale americano e ne fece uno dei maggiori quotidiani del mondo. Il presidente Obama ha ricordato Ben Bradlee ieri sera: “Per Benjamin Bradlee, il giornalismo era più di una professione, era un bene pubblico vitale per la nostra democrazia. Un vero uomo di giornali, ha trasformato il Washington Post in uno dei migliori quotidiani del paese, e con lui alla guida un crescente esercito di reporter ha pubblicato i Pentagon Papers, svelato il Watergate e raccontato storie che andavano raccontate: storie che ci hanno aiutato a capire un po’ meglio il nostro mondo e noi stessi. Gli standard che ha fissato per un giornalismo accurato, obiettivo e onesto hanno incoraggiato molti altri a entrare nella professione. E per quegli standard l’anno scorso sono stato orgoglioso...

Malattia come metafora

By on Ott 20, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

L’altra sera a cena da V.M. Orecchiette con le olive, sformato di cavolfiore, polpette della mamma al pomodoro. Chiacchere tante e qualche pettegolezzo medico-scientifico: quelli di “Medici senza frontiere” impegnati in Africa  (voto: 10) che ridacchiano sul loro score pazienti trattati / personale medico infetto che li vede trionfare alla grande sui loro colleghi spagnoli e (soprattutto) statunitensi (solo due pazienti / ben due paramedici infetti!). Si parla di Ebola? Sì, si parla della nuova “malattia come metafora” (a proposito, date un occhiata al saggio di Susan Sontag; uscito con questo titolo in Italia nel 1992, era contrato su TBC, Aids e cancro; un testo attuale anche oggi. voto: 8 +). Si parla dell’ultima ventata di isteria occidentale: dopo la mucca pazza, l’Aviariaa, la SARS e la Suina, voilà Ebola, il tema che serve a riempiere le...

Ogm e ricerca scientifica: moriremo di tradizione?

By on Ott 12, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Per molto tempo ho evitato il problema. Mi bastava pensare che tra le multinazionali e “Terra Madre” non ci fosse partita. Errore doppio: di pigrizia intellettuale e (peggio) di conformismo. Pensare è fatica: è più comodo mettersi al riparo di schemi collaudati. Del resto, è indubbiamente un fatto che le multinazionali, del petrolio, del farmaceutico, del cibo, siano spesso brutte e cattive e (molto più che spesso) pure stupide. Mente i contadini del mondo, così carinamente “etno” ripresi al lavoro nei campi, risvegliano in (molti) di noi i mai sopiti sensi di colpa di occidentale ex-colonialista: ah, quanto male abbiam fatto! Ah, quanta rapina e quanto sfruttamento! E giù con i nostri (pur sensati, per carità) raccapricci per tutti i “cuori di tenebra” che l’uomo bianco-buana ha compiuto nel mondo. E continua colpevolmente a compiere,...