Perchè non possiamo non dirci francesi

By on Gen 15, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Perchè non possiamo non dirci francesi (beninteso, laici e repubblicani). Quanto tempo è trascorso dall’attacco a Charlie Hebdo e al supermarket Kosher, due settimane, dieci giorni, un secolo? Come è stata interpretata la catena degli eventi? Quali sono i canoni e i paradigmi più ricorrenti che hanno – consciamente o meno – caratterizzato il “posizionamento” delle opinioni, delle convinzioni, delle prese di posizione e delle scelte? Quali sono le domande che dobbiamo farci? E quali scelte ci spetta compiere? Uno zibaldone di pensieri in onore degli amici di Charlie Hebdo e del poliziotto Ahmed, il servitore dello Stato francese di religione musulmana L’ironia nelle parole La rivista più atea e più anticlericale al mondo tecnicamente è un ebdomadario. ebdomadàrio, agg. e s. m. [dal lat. tardo hebdomadarius, der. di hebdŏmas –ădis: v. ebdomada],...

Quando si dice la sfiga

By on Gen 9, 2015 in Comunicazione

Quando si dice la sfiga. Eppure Erri De Luca ce l’aveva messa tutta. Non c’è che dire, aveva fatto le cose per bene. Rinviato a giudizio dalla Procura di Torino per aver dichiarato all’Huffington Post che “la Tav va sabotata“, ha reagito da par suo scrivendo (l’ennesimo) libro. Da imputato diventa accusatore. Da accusato diventa vittima di sabotaggio: “sabotaggio del diritto di manifestazione verbale, soprattutto quando la parola non è ossequiosa ma contraria”. L’udienza è fissata per il 28 gennaio. Nel frattempo, il giorno otto gennaio è uscita per i tipi di Gallimard l’edizione francese del suo pamphlet (dolce Francia, terra di libertà) mentre una settimana dopo seguirà quella italiana pubblicata da Feltrinelli. Un processo di questo genere è una manna per uno scrittore, attore, regista, poeta, cabarattetista, cantante,...

Quelli che “se sparo una cazzata mi si nota di più, oh yes”

By on Dic 26, 2014 in Comunicazione, Contemporaneità

Mi capitato abbastanza spesso di chiedermi se Ceronetti sia un imbecille di talento oppure un rappresentante della vasta categoria dei furbacchioni. Nel piccolo mondo della produzione culturale italiana prosperano entrambi. Ogni volta che lo “incontravo” mediaticamente non potevo non pormi la domanda. In verità, un quesito breve come un sospiro: ma questo fregno buffo, come dicono a Roma, ci è o ci fa? mi dicevo girando il foglio del giornale. Intendiamoci, son quesiti con i quali si convive, ma poichè sfiorano (seppur lontanissimamente) la sfera del “Canone occidentale“, ogni tanto, diciamo nei momenti di debolezza intellettuale, uno magari se li pone. Del resto il quesito “Arte o Furbata”, “Sperimentazione o Marchetta”, “Avanguardia o Puttanata” tiene banco dalla fine degli anni ’50 ad oggi. Morte e sepolte le ultime...

Benigni 2, la vedetta

By on Dic 21, 2014 in Comunicazione

Non ho visto l’ultimo spettacolo di Benigni. Non seguo più l’ex-comico – promosso oggi da Eugenio Scalfari al grado di “attore” – dai tempi della “Divina Commedia”. Lettura molto, e giustamente a mio avviso, contestata da Vittorio Sermonti il solo che in questo momento sappia divulgare in modo adeguato l’opera di Dante. Due serate molto divertenti, sostiene una rumorosa maggioranza di laudatori; spettacolo modesto e indegno, afferma un altrettanto rumorosa minoranza di delusi. Nulla di nuovo: la capacità di segmentare in modo netto è da sempre tipica dell’ex-comico divenuto “attore” (sic). Un tempo, diciamo trent’anni fa, satireggiando in modo inusitato per creatività, invenzione e trasgressività segmentava tra così dette “destra e sinistra”. Mentre oggi è divenuto il più autorevole rappresentante...