Il buon senso di Yehoshua

By on Gen 23, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

A conferma che il più importante contributo che è lecito attendendersi oggi da uno scrittore è la produzione di buon senso (che è un’altra cosa rispetto al filisteo senso comune) lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua (nome impegnativo in tutti i sensi) ha dichiarato: “I palestinesi non vogliono un califfato islamico e non hanno obiettivi religiosi estremi. Ciò che in definitiva chiedono è ciò che ha diritto ogni persona al mondo: essere cittadini nella propria patria. Questo dobbiamo darglielo, come chiede la maggioranza degli israeliani. Il problema è come realizzarlo”. Parole sante. Questo è (dovrebbe essere) il ruolo morale e civile di un intellettuale. Il primo obiettivo di chi di mestiere “produce storie”. La maggioranza degli israeliani, scrive Yehoshua. E implicitamente pensa, a ragione, “la maggioranza dei palestinesi”. Poichè la...

Numeri di carta

By on Gen 22, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

La morte fa bene alla carta stampata. I miei amici francesi (che vorrei tanto diventassero gli inviati speciali da Parigi di questo povero blog) mi informano che dal giorno dell’eccidio di Charlie Hebdo e degli ebrei al supermecato, le vendite dei giornali in Francia hanno subito un’incredibile impennata: Liberation ha moltiplcato per 5, Les Echos e Le Figaro per 2. Le Monde (il giornale che amiamo di più) ha segnato un + 175%. Le Parisien-Aujourd’hui en France + 50%; Ouest France + 36%; L’Equipe + 34. Le Canard Enchainé del giorno 14 gennaio ha vendito un milione di copie invece delle solite 400 mila. Pare che la tendenza sia durata fino alla grande “Marche Républicaine” di Parigi. Durerà? Temo di no. Purtroppo, parafrasando la malignità di un produttore cinematografico a proposito degli insuccessi del regista Roberto Rossellini (non è che possiamo...

Perigeion

By on Gen 19, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità, Letteratura

Avevamo imparato che la democrazia non si esporta, men che meno con le armi. Lo sapevamo eppure lo abbiamo scordato. Avevamo imparato che le conquiste di civiltà – libertà di pensiero, di espressione e di fare all’amore ciascuno come gli va – non sono una volta per sempre ma vanno riconquistate ogni giorno. Lo sapevamo, eppure lo abbiamo scordato. Avevamo imparato che solo la bellezza dà senso alla nostra altrimenti insensata esistenza. Lo sapevamo, eppure continuiamo a scordarlo. A proposito di bellezza, il primo di febbraio apre  PERIGEION. Cosa sarà, non ho ben capito. O meglio, sarà quello che anche noi lettori faremo in modo che possa essere: un posto accogliente e pulito dove si potranno “compiere voli della fantasia e del desiderio” (senza il sostegno di droghe leggere putroppo, ma grazie allo scambio di scoperte culturali). Nell’intento...

L’ultimo selfie di Francesco

By on Gen 16, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Si stava mettendo davvero male. Quella sorta di unanimismo della solidarietà che si era creato attorno a Charlie Hebdo aveva accomunato “tutte le persone di tutto il mondo” in modo indiscriminato e senza distinzioni. Come un cibo affatturato dal sapore dolciastro e farlocco. Inevitabile quando le emozioni sono, almeno apparentemente, formidabili. Ovviamente non era e non poteva essere così. Siamo tutti Charlie Hebdo suonava strano (suona strano) perchè posticcio. Come ha mirabilmente spiegato Michele Serra, la satira non può essere “universale”, sennò non è più satira. Mentre la comicità può (e deve) essere compresa anche da un bambino un po’ scemo (Serra faceva l’esempio delle comiche di Stanlio e Ollio), la satira non solo segmenta per età e cultura, ma soprattutto richiede un accurato lavoro di decostruzione e contestualizzazione. Il comico è pop,...