Ci-ci, ci-ci, ci-ci

By on Mar 8, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Ci-ci, ci-ci, ci-ci. Seduto sulla ciclettina spingo sui pedali nella speranza che il miracolo si avveri: fiato, linea, (eterna) giovinezza. Per ingannare il tempo aerobico compulso “Repubblica” dell’edizione ricca di domenica. Inizio come di consueto dalle pagine leggere, quelle di satira involontaria. Eugenio Scalfari oggi è in gran forma. Tralascio il solito panegirico a Draghi (Dra-ghi, Dra-ghi!) e mi delizio con il sospetto che sì, anche il governo Renzi ci stia per avviare ad un inizio di democratura (è la nuova parola alla moda). Come la Russia di Putin. Come l’Ungheria di Oban. Come la Turchia di Erdogan. Di grazia Eugenio, perchè questo rischio? Ovvio, la legge elettorale e la riforma del Senato, che diamine, il richiamo di Renzi alla disciplina di partito. (Come non averlo compreso subito? Mosca, Budapest, Istambul… Roma! Brrrr… orrore e...

Le parole tra noi leggere

By on Mar 7, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Dell’ormai insostenibile leggerezza della post-sinistra abbiamo preso coscienza tutti o quasi. La post-sinistra, degna figlia del post-modernismo, si riconosce immediatamente: è la “società a responsabilità limitatissima” che campa producendo parole e mai cambiamento, è l’aggregazione variegata di soggetti che si distinguono per inconcludenza, inconsistenza e irrilevanza. E’ la volontà e la capacità di cambiare, il segno netto che distingue da tutto il resto chi si sforza di “essere sinistra” pur in questi tempi vaghissimi. Cambiare non per l’uzzolo di seguire le mode o il corso delle stagioni; cambiare nel senso di procedere nella direzione di migliorare la vita di tutti, in particolare quella dei più sfigati, cercando di assicurare condizioni ragionevolmente simili ai blocchi di partenza nella competizione sociale e personale. Con la...

Dite al signor Netanyahu che sono nostri

By on Feb 16, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Vorrei tanto parlare (scrivere) di quello che sto leggendo, delle mostre che ho visto o delle nuove scoperte musicali. Invece questa mattina in metrò ho sbattuto il muso nell’infografica alle pagine 10 e 11 di Repubblica. E’ stato un urto doloroso, anche se largamente conosciuto. Ma con l’orrore non puoi (non devi) vivere 24 ore al giorno. Sicchè dimentichi, o almeno ci provi. L’ingografica racconta (madamina, il catalogo è questo) che in Europa nel 1939 vivevano 9,5 milioni di ebrei. Al termine della guerra, sei anni dopo, ne rimasero 3,8. Oggi la cifra è 1,4. Dove sono andati a finire i nostri ebrei, cittadini europei di cultura ebraica, non tutti fanno mostra di sapere. Qualcuno fa il furbo, qualcun altro non sa per ignoranza o ignavia. Come la mia vicina di casa del secondo piano, una ex-ragazza polacca divenuta oggi una giovane signora, madre di due biondi...

Le libertà di DSK

By on Feb 3, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

A Lille processano le libertà che DSK, l’ex-potente capo del FMI che ha rischiato di diventare Presidente della Repubblica Francese, pare si sia concesso nel corso di certe sue serate eleganti. Le imputazioni rivolte a Dominique Strauss-Kahn riguardano lo sfruttamento della prostituzione, reato consumato in compagnia simultanea di parecchie signorine per volta. “Non sapevo fossero prostitute” è il tema della sua difesa, tesi ben nota a noi italiani. Niente di nuovo sotto il sole, neppure l’approccio dei giudici francesi. Hanno di processare lo stile di vita di una persona utilizzando argomenti che sanno di lezioni di pudore e di morale, come sostiene Ariane Chemin di “Le Monde”. Eppure non è un giudizio così difficile da emettere: la colpa di DSK non riguarda i suoi pur molto discutibili comportamenti erotici; nell’occidente laico a un...