Il passato che non passa

By on Giu 24, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

In un paese degenerato anche la retorica da arte della persuasione e del contrasto dialettico non può che degenerare in polemica. E la polemica s’incanaglisce con la pratica di spacciare dichiarazioni di parte per buon senso comune condiviso e condivisibile. Una tecnica sperimentata che in un paese senza memoria come il nostro funziona egregiamente. E’ quanto è accaduto quando il Ministro della Giustizia ha chiesto ad Adriano Sofri di dare il suo contributo – non retribuito e senza costi per l’Amministrazione – sulla riflessione che riguarda lo stato del sistema carcerario italiano. Apriti cielo: la destra più becera (il solito Salvini) ha iniziato a strillare che era come se al comandante della Concordia avessero offerto il Ministero dei Trasporti; il segretario del sindacato della polizia carceraria, immensamente felice di uscire dal triste anonimato in...

Italiener in Berlin 4/ L’abito non fa il monaco, ma il curriculum sì

By on Giu 21, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

  Avere trent’anni e vivere a Berlino nel racconto di Giulio Gherardi, il nostro corrispondente in Germania. Questa volta l’argomento sono le sottili differenze culturali tra noi e loro nel classico scontro “sostanza vs. apparenza”. (Una bambolina in premio a chi indovina il vincitore). Viaggiare, nel senso migratorio del termine invece che in quello piu’ comunemente turistico, fornisce il tempo e le occasioni propizie per scoprire alcuni interessanti dettagli sugli usi e costumi di una società, consuetudini che ne rivelano alcuni aspetti con la sintetica chiarezza di un aforisma. Una di queste occasioni è sicuramente il colloquio di lavoro. Selezionare il personale significa prima di tutto giudicare a colpo d’occhio: uno sguardo alla persona, uno al curriculum e il candidato si trova già nella pila destinata al manager di turno o in quella diretta al...

Le cattive compagnie

By on Giu 17, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Non ho la più pallida idea del perchè le società di assicurazione si chiamino compagnie proprio come la Compagnia di Gesù, la Compagnia delle Indie e la Compagnia di San Paolo. Ma il mistero più interessante credo sia la relazione che queste aziende vivono con i loro clienti. Complessa, tortuosa e tormentata, basata com’è sulla reciproca sfiducia e sul costante (reciproco) tentativo di frode. Una battaglia inesausta a chi fa più fesso l’altro che si combatte ogni giorno a colpi di clausole, franchigie, codicilli, e improbabili richieste di rimborsi per grandinate, atti vandalici, colpi di frusta assortiti, scontri automobilistici tra parenti e affini. Un mercato quello delle assicurazioni italiane che potrebbe tranquillamente prosperare assumendo le dimensioni degli altri paesi europei se solo operasse a colpi di (autentica) trasparenza e di altrettanto sereno rigore nei...

I cavalli son stanchi nell’umida sera

By on Giu 9, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Molti anni fa per un gran numero di famiglie la stanza più importante della casa era il tinello, il locale in via di estinzione al pari della foca monaca che il Dizionario Treccani definisce come “ambiente prossimo alla cucina e con essa comunicante, o apposito spazio della cucina stessa, adibito alla consumazione dei pasti e utilizzato anche come soggiorno, arredato per lo più in stile rustico o con mobili semplici e funzionali“. Nel tinello di casa dove vivevamo quand’ero piccolo faceva mostra di sè una grande radio di legno scuro che Teresina, la colf che nessuno si sarebbe mai sognato di chiamare colf ma, appunto, lombardamente “la Teresina”, teneva costantemente accesa. Amava ballare la Teresina, cosa assai criticata dai parroci di quel tempo e in quei luoghi, il cattolicissimo, servilissimo e pure come scoprimmo qualche anno dopo, ipocritissimo...