Medito, m’indigno o mi faccio uno sciampo?

By on Set 6, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Apro sull’ipone “Good Morning Italia”, la rassegna stampa quotidiana a cui mi ha abbonato VM la salvifica e misericordiosa, e tra le notizie di ordinaria bestialità m’imbatto in un rilancio da “Internazionale”. Tracey Thorn musicista (non mi chiedete cosa suoni) afferma di nutrire nei confronti della cosiddetta mindfulness, ovvero l’attenzione consapevole che si sviluppa attraverso la meditazione, sentimenti contrastanti. E chi se ne frega, potrebbe essere il più che ragionevole commento se la conclusione non fosse la seguente: “meditare è utile ma non rinunciamo alla rabbia”. A ben pensarci, è vero: siamo diventati una generazione di meditatori. Laddove le nostre “meditazioni” hanno assunto il (comodo) significato di pratiche finalizzate alla contemplazione di sé con particolare riguardo al proprio personale ombelico. (Ciascuno possiede il proprio, ad eccezione – forse – del...

Il secolo sciatto

By on Ago 1, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Fateci caso, almeno una volta è accaduto anche a voi. Il pensare che il moderno, o meglio: il contemporaneo, sia per definizione migliore di ciò che è passato. Che i moderni siano meglio degli antichi. E che questi ultimi, proprio perché inconsapevoli di essere tali ovvero antichi, finiscono per apparirci persino un po’ coglioni nella loro ingenua ignoranza dell’ignorare quello che per noi – così moderni e quindi così progrediti – crediamo di sapere. Una storia di questo genere la racconta molto bene Marc Fumaroli nel suo “Le api e i ragni”, nel quale si narra della feroce disputa secentesca tra Antichi e Moderni, dove la modernità si rivela quale atrofia della memoria. (scusate, ma non ho ancora imparato a inserire i collegamenti ipertestuali sul pc: speriamo che Massimo torni in fretta dalle vacanze!). Una sottile linea di pensiero che attraversa anche la nostra epoca, il tempo della...

The last song to Cupertino

By on Lug 12, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

E’ stato un amore grande. Meglio: grandissimo. Ma è finito malamente. E come tutte le cose grandi che finiscono nel rancore e nel discredito, la velocità di caduta amplifica fragorosamente la legge di gravità. Trattandosi di un amore, non dovrei parlarne pubblicamente. Un gentiluomo, si sa, dovrebbe limitarsi a godere tacendo. Eppure la questione, sia pur così dolorosamente personale, ha risvolti che riguardano molti di noi. In fondo è anche un fatto di costume. Ci siamo conosciuti che ero appena laureato. Lei stava lì seduta sulla scrivania di un ufficio très chic di via Turati e fissava il mondo con il suo gigantesco occhio sgranato. Erano i tempi in cui tutto era bianco oppure nero. Erano i tempi in cui i computer Apple si facevano chiamare Macintosh e la mela era dipinta da un arcobaleno orizzontale di colori. Erano i tempi in cui Apple era l’innovazione che fa la...

Un sogno per tutti

By on Lug 1, 2015 in Comunicazione

L’edizione di Repubblica di martedì 30 giugno li definisce “manifesti shock”. Affissi a Torino per conto del candidato sindaco Luca Olivetti, sono scritti in italiano e arabo. Hanno come tema l’immigrazione e le regole. Eccone un esempio: “Benvenuto a Torino, se intendi rispettare la nostra legge, la nostra cultura e la nostra storia. Se sei venuto per delinquere o per imporre la legge della Shari’a faremo l’impossibile per cacciarti”. Il candidato Olivetti è l’animatore di “un sogno per Torino” (www.unsognopertorino.it), il pensatoio (veramente Rep lo chiama think tank) che si propone l’obiettivo di unire il centrodestra e trovare un candidato sindaco “non nominato”. Sul sito – fondo nero, scritte in bianco, titoli in rosso sbiadito – campeggia un claim che non brilla per originalità, per...