Un amico al quale sono molto affezionato neanche fossi titolare di un’amaca come il beneamato Michele Serra mi whatsappa sollecitando una madeleine su Mondadori-Rizzoli. Ma poiché posso resistere a (quasi) tutto fuorché al dolore fisico e alle tentazioni, obbedisco e mi metto al cembalo scrivano. In merito tre considerazioni generali di contesto e una personale. La prima: il grande disastro, se di disastro si può parlare, è già avvenuto vent’anni fa quando Mondadori si pappò l’Einaudi (coperta di debiti) La seconda: nelle fusioni societarie raramente 1 +1 fa 2. Figurarsi in un mercato come quello dei libri che vive di idee, intuizioni, coraggio (e fortuna) La terza: le librerie di cui valga la pena di varcare la soglia sono meno di mille; qualcuno, più pessimista, parla addirittura di sette-ottocento. (Ci sono capoluoghi di provincia che di librerie non ne hanno neppure una: Enna ad...