Cazzeggio senza fine

By on Gen 29, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

“Mi occupo di comunicazione” è una perifrasi abbastanza orribile, ma questo faccio. O cerco di fare, sin quando non è la comunicazione a occupare me in senso letterale. Quante volte in questi giorni siamo stati occupati dall’orrido cazzeggio statuario? Giornali, internet, social, televisione. Pure un incredibile “Otto e mezzo”, nel corso del quale ho malgré moi condiviso e ammirato le argomentazioni di uno statuario Sgarbi, una volta tanto autentico “Re delle capre”. E ancora oggi l’orrenda menata della statue coperte, dello scaricabarile, della caccia ai responsabili, trova il suo bravo spazio. Così, passa sotto silenzio l’ennesimo barcone che affonda, i piccini annegati, la gabella danese e gli ottantamila espulsi dalla pur civilissima Svezia. E’ trascorsa, beninteso inutilmente, pure la Giornata della Memoria. Un solo dato di rilievo: la coraggiosa, inedita e temo inascoltata,...

Non toccare la donna bianca

By on Gen 22, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Com’era inevitabile e largamente auspicato dagli autori, la vignetta di Charlie Hebdo sul destino del piccolo Aylan, il bimbo trovato morto annegato sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, ha suscitato sconcerto, disappunto, indignazione. Emozioni del tutto lecite: è compito (meglio: è natura) della satira provocare sino all’urticazione la pelle sensibile dell’opinione pubblica, il pensiero e la coscienza stessa. Altrimenti non sarebbe satira, ma più banalmente comicità che, appunto, è tale se fa ridere oltreché, si pera almeno un poco, pensare. Per chi non l’avesse vista, la vignetta incriminata si interrogava sul futuro del piccino se avesse avuto la ventura di diventare adulto, ipotizzando per lui un allegro avvenire di molestatore di donne germaniche. “Sgradevole” è stato il commento di persone di cui ho stima e, soprattutto, fiducia nelle loro capacità critiche; come da copione molto...

Educatori sul campo

By on Gen 20, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

E così ci siamo giocati pure Sarri. Per chi non sapesse chi sia, cosa più che legittima, diciamo subito che Sarri è l’allenatore operaio del Napoli calcio, l’artefice dei successi che hanno portato il club partenopeo alla vetta della classifica. Sarri, l’allenatore senza boria né pedigree che proviene dai campi di provincia; Sarri il pragmatico; Sarri dalla modeste (per il calcio) pretese economiche; Sarri che a 51 anni finalmente allena una squadra di serie A. Sarri, il simpatico signor nessuno approdato da Empoli alle coppe europee. Una classica “bella storia” (ammesso che questo genere di storie rese indigeste per eccesso di melassa possano essere considerate belle) che Sarri l’altra sera ha gettato nel cesso. A partita terminata con la sconfitta del Napoli, non trova di meglio di insultare Mancini l’allenatore della squadra rivale dandogli del frocio e del finocchio. Pare sia...

Quarant’anni dopo

By on Gen 16, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Giovedì 14 gennaio “Repubblica” nel senso di giornale ha raddoppiato. L’edizione del 2016 veicolava la copia anastatica del prima pubblicata quarant’anni fa. Per molto tempo e per qualche doloroso trasloco (i miei sono sempre stati tali: non capisco come facciano gli americani che passano la vita a cambiare casa; forse è per questo che poi dànno fuori di matto coi fucili a pompa) avevo conservato con una qual certa religiosità la copia originale del primo numero del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari (applausi, applausi! la standing ovation pare sia diventata un obbligo…). Poi un giorno, preso come mi capita ogni tanto da un attacco di furore iconoclasta (immagino capiti anche a voi) che non mi fa più sopportare le immagini del passato, quello vecchio che non è ancora diventato antico, ho gettato tutto nella raccolta differenziata (distruttore sì, ma con coscienziosità...