L’inverno del nostro scontento

By on Mar 1, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Quando leggo di Stefan Zweig o del suo amico Joseph Roth, il vero grande scrittore fra i due, della loro fine: il primo trovato suicida in un letto in uno sperduto paesino brasiliano insieme alla (seconda? terza?) giovane moglie; il secondo ammazzato nel ’39 dalla pluriennale dieta alcolica; quando penso all’ancora più grande Walter Benjamin, e alla sua e loro incapacità di sopravvivere alla caduta del mondo come lo avevano conosciuto, il mondo di ieri come scriveva Zweig, il mondo ucciso dalla prima guerra mondiale e poi dal trattato di Versailles; dalla crisi del ’29 e dall’iper-inflazione; e infine dal trionfo dei totalitarismi. Zweig, Roth e Benjamin erano, tanto per cambiare, non solo intellettuali ma pure ebrei, e la cosa non aiutava in quegli anni. Quando penso al passato e alle grandi cesure che segnano la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro (che però ancora non si sa...

La prevalenza del cretino

By on Feb 26, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Amsterdam, Olanda: il politicamente corretto in gita al museo Martine Gosselink è a capo di un progetto innovativo. Il suo compito è guidare la modificazione dei termini ritenuti offensivi dalle opere esposte al Rijksmuseum di Amsterdam, un bruscoletto di museo da 2,5 milioni di visitatori l’anno grazie al dovizioso patrimonio di Rembrandt e Vermeer. Termini come negro e nano devono essere quindi espunti, come pure indiani se riferito ai nativi americani. E pazienza se di negri, nani e indiani si tratta. La “Giovinetta negra”, titolo originale, è quindi diventata “Giovane donna con ventaglio (nel quadro effettivamente la ragazza diversamente abbronzata come direbbe l’ex cavaliere Berlusconi ha tra le mani l’attrezzo refrigerante). Domanda delle 100 ghinee: come riconvertirebbe la signora Gosselink il “Doppio ritratto del nano Morgante” del Bronzino? Interpellato in merito il direttore...

La società di Gesù bambino

By on Feb 24, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

La società di Gesù bambino è un’espressione che avrei voluto inventare. E’ una definizione di Davide Lopez, psicoanalista di grande originalità di pensiero e ancor più grande coraggio. In cosa consiste la “società Gesù bambino”? E’ il nostro mondo così come lo conosciamo oggi, il frutto del crollo del mondo patriarcale; è la società post-moderna dove vige la cultura della colpa e non quella della responsabilità, dove i fatti sono sostituiti dalle interpretazioni e il crollo delle ideologie corrisponde alla scomparsa dell’impegno e della volontà di schierarsi; è la società basata sull’indulgenza, sulla condiscendenza dolciastra che consente agli individui di essere indifferenti e tolleranti; è il mondo dove il buonismo si è sostituito alla bontà; è la società dove una melassa indistinta nega ruoli, gerarchie e meriti, dove l’ambizione di migliorare e di crescere sono guardati con...

Una tragicommedia in tre atti

By on Feb 20, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Ne parlo perché la comunicazione è la causa, sempre lei la maledetta. Se buoni ultimi in Europa non abbiamo ancora una legge sulle unioni civili, il cuore del problema è la (cattiva) comunicazione che impedisce la distinzione della verità dalle mistificazioni, i fatti dalle opinioni, fateci caso come quasi sempre nel mondo contemporaneo. Ricordate la faccia di Colin Powell, al tempo Segretario di Stato Usa, quando mostrava la provetta all’antrace che avrebbe legittimato l’invasione dell’Iraq? Erano prove più false di una rosa di plastica, eppure bastarono. Nel nostro caso l’invasione è compiuta dall’esercito della stupidità, sostenuto dai partigiani della menzogna ed appoggiato dai guastatori dell’anti-politica. Un mix di forze eterogenee avulse dalla realtà, che marciano compatte con l’intento di distruggere quel poco che resta della credibilità (e dell’utilità) delle istituzioni. Una...