Di cosa parliamo quando parliamo d’amore

By on Apr 16, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Fateci caso, quando si è imparato a voler bene si vuole bene per i difetti mica per i pregi. Funziona per le persone, i luoghi, le città e persino i paesi. Si vuole bene al Giappone, alla Tedeschia o alla Francia mica perché sono paesi fighi. Anche se all’inizio siamo attirati dalla grandezza, o dalla sciagura, dal fascino, o dall’epica. O dalla forma dei salsicciotti. Poi, man mano che la seduzione invade gli organi vitali e poi s’incista di fino nelle cellule, sono i limiti, i difetti, finanche i crampi mentali, che ci rendono per sempre prigionieri i un rapporto d’amorosi sensi. Così, nonostante l’orrore insuperato e ben nascosto per ragioni politiche (tutto perdonato ai nazi-Jap nel lontano ’45: serviva un puntello antisovietico laggiù a Est) come non si fa a non amare il Giappone coi suoi trenini riempiti dagli omini pigiatori in guanti bianchi, le sue corporazioni, il vergognoso...

L’insostenibile inconsistenza del 17 aprile

By on Apr 15, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Chiedo scusa, non ce la faccio. E’ più forte di me, devo parlarne. Appartengo alla generazione che ha considerato il voto una festa più che un dovere, anche se il più delle volte dalle urne uscivano topi morti invece che rondini di primavera. Da quando ho avuto l’età, non ho perso un colpo: comunali, provinciali, regionali, politiche, europee. Camera e Senato. Anche per il tinello, decaduta istituzione piccolo borghese, avrei votato se l’avessero messo in lizza. Per non parlare dei referendum e della grande giovanile letizia provata per quello sul divorzio e per la difesa della legge 194 (NON per l’aborto: nessuno sano di mente è “a favore” dell’aborto. Ma chi questa storia non la vuole capire non la capirà mai). Stavolta ho deciso di non andare a votare. Il 17 aprile non andrò a depositare il mio fazzolettino di carta nella scuola Leonardo da Vinci. Per un semplice, banalissimo...

Panegirici

By on Apr 14, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Stavo per commettere il più tragico degli errori all’insegna di quell’io-io-io che è la croce senza delizia della nostra epoca, quando la scorsa dei giornali di questi giorni mi ha salvato in angolo; cosa penso del referendum delle trivelle non interessa neppure mia cugina Adalgisa di Casalbuttano, figurarsi i quattro affezionati lettori che insistono a frequentare questa fanzina, quindi tutti salvi (io per primo). La vera notizia, o meglio: il tic mediatico che ha colpito come un’ondata di scarlattina la piccole aulette del nostro giornalismo asfittico, è il mantello di santità con cui è stato avvolto il povero Casaleggio. (Scrivo povero senza alcuna ironia: un uomo che muore a 61 anni nonostante le potenzialità della medicina occidentale, è da considerarsi senza dubbio sfortunato e parecchio). Commentatori, opinionisti, direttori di giornali (cartacei, digitali, radiofonici e...

A membro di segugio

By on Apr 12, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Sono gli uomini nel senso di individui che fanno la differenza. In un senso o nell’altro. Sono i singoli e non già le masse coloro che smuovono le montagne, cambiano la realtà e il modo di percepire la realtà. Oggi che i media annunciano la morte di Casaleggio, cervello pensante dei 5 Stelle, ne abbiamo (ne avremo presto) la riprova. Nel frattempo accontentiamoci della silloge delle sue (spesso deliranti) affermazioni su democrazia, tecnologia e controllo sociale, e dei panegirici espressi dai suoi piccoli e grandi fan. (Impareggiabile e quindi imperdibile quello del povero Fo Dario, la dimostrazione vivente dell’imbecillità dei signori che con radicale sprezzo del ridicolo assegnano il Nobel per la Letteratura con modalità a membro di segugio). Cosa accadrà ora a chi non ce la fa senza un vate, una guida, un conducator? Ho visto gente piangere alla notizia che il loro personal trainer...