Fateci caso, quando si è imparato a voler bene si vuole bene per i difetti mica per i pregi. Funziona per le persone, i luoghi, le città e persino i paesi. Si vuole bene al Giappone, alla Tedeschia o alla Francia mica perché sono paesi fighi. Anche se all’inizio siamo attirati dalla grandezza, o dalla sciagura, dal fascino, o dall’epica. O dalla forma dei salsicciotti. Poi, man mano che la seduzione invade gli organi vitali e poi s’incista di fino nelle cellule, sono i limiti, i difetti, finanche i crampi mentali, che ci rendono per sempre prigionieri i un rapporto d’amorosi sensi. Così, nonostante l’orrore insuperato e ben nascosto per ragioni politiche (tutto perdonato ai nazi-Jap nel lontano ’45: serviva un puntello antisovietico laggiù a Est) come non si fa a non amare il Giappone coi suoi trenini riempiti dagli omini pigiatori in guanti bianchi, le sue corporazioni, il vergognoso...