“Che frase, che giro di note sono state le tue ultime, Lisa? Che musica ascoltavi, in cuffia, ieri mattina?” Si chiede Concita De Gregorio oggi sulla prima pagina di Repubblica. “Dieci minuti prima delle otto, è tardi è tardi, devo correre” continua poi il pezzo dedicato alla sciagurata ragazza travolta dal treno. Mi chiedo se quello della De Gregorio, nota alle cronache per aver dato il colpo di grazia al già periclitante giornale fondato da Antonio Gramsci nel corso della sua infausta direzione, quando riuscì (con successo) a trasformare L’Unità in un supplemento di Hello Dolly, sia giornalismo o melassa per cameriere guatemalteche, la nuova categoria antropologica che ha recentemente sostituito la casalinga di Voghera; se il glorioso quotidiano fondato da Eugenio Scalfari non stia a sua volta subendo una trasformazione genetica, una macumba da notte dei morti vivendi. Non che...