Nuvole in viaggio

By on Mag 14, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Nel banale linguaggio markettaro, imitatorio sicché in costante ritardo rispetto alla realtà, un tempo si definiva segmentante un fenomeno che mettesse in condizione di separare (e quindi) riconoscere; Se avessi in dono la magica arte di Mosè chiamerei spartiacque quegli eventi, accadimenti o fatti (nella lingua italiana, avverte il Tommaseo, non esistono sinonimi) che ci mettono in condizione di esercitare la distinzione. La legge sulle unioni civili votata dal Parlamento italiano è uno di questi (eventi, accadimenti o fatti) spartiacque. Costringe a schierarsi. A scegliere. A pronunciarsi. Riproponendo, con buona pace di chi ne sostiene la sparizione, la distinzione tra conservazione e progresso, innovazione e reazione, cambiamento e staticità. Nell’attesa che gli inevitabili berci sfumino sino a placarsi, è forse di qualche interesse ragionare non tanto sugli schieramenti...

God save the queen (e pure il signor sindaco)

By on Mag 12, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Ha fatto il giro del mondo la (presunta) gaffe compiuta dalla Regina Elisabetta, la meravigliosa signora che l’ex-corta che mi somiglia chiama affettuosamente Betty. La trovate qui. Il video dimostra inequivocabilmente la straordinaria abilità professionale di una signora ormai novantenne: la sua attenzione partecipe è davvero encomiabile e tipica dei veri leader. (Nello specifico a Betty che ascolta l’esausta funzionaria di polizia, scappa detto che i chinesi sono così cafonal che al confronto Corona Fabrizio è un baronetto, cosa che chiunque abbia un minimo di esperienza del mondo può purtroppo confermare. Pensando a chi toccherà di sostituirla, Dio salvi Betty almeno un altro po’). Ancora dalla perfida Albione, così la chiamava il Mascellone dalla testa pelata che l’Italia tanto amava, giungono eccellenti notizie. Il nuovo sindaco di Londra, il cittadino britannico di origini...

La misteriosa scomparsa degli zingari a Milano

By on Mag 8, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

E’ successo da un giorno all’altro. I nomadi che con ineffabile sedentarietà costellavano il paesaggio urbano, sono improvvisamente spariti. Basta percorrere una qualunque delle vie che tradizionalmente presidiavano, per constatare che non c’è più traccia di loro davanti alle postazioni destinate a rinforzare simbolicamente i più arcaici sensi di colpa in chi mangia, ha mangiato, dà per scontata la nutrizione periodica. Insomma, davanti alle panetterie, bar tabacchi, alimentari in genere, la vecchia laida sdraiata a terra non porge più la mano; neppure la più giovane (bimbo in braccio come da copione) sollecita il passante con il rituale “ciao capo”. Merito di Salvini parrebbe che no: per fortuna nostra e del pur valido popolo Rom, al momento non risulta ancora sindaco di Milano. Segno ultimativo di crisi come la fuga – mi perdonino i sinti per l’inevitabile accostamento – dei topi...

Quelli che hanno la bocca ma non i soldi

By on Mag 2, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

“C’hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”. Così cantava Fabrizio De André in “La mia ora di libertà”, una delle sue (poche) canzoni non del tutto riuscite. Forse anche i giudici della Cassazione la conoscono. Hanno annullato la condanna per furto inflitta dalla Corte di Appello di Genova a uno straniero senza fissa dimora sorpreso a rubare un pezzo di formaggio e una confezione di würstel, valore complessivo 4 euro e 7 centesimi. “Il fatto non costituisce reato”, ha affermato la Cassazione. Non è punibile chi ruba al supermercato piccole quantità di cibo per far fronte alla “imprescindibile esigenza di alimentarsi”. Che il cibo sia un diritto, che nessuno – ma proprio nessuno – debba patire la fame, dovrebbe essere un’ovvietà. Evidentemente serviva una sentenza a...