Scontro di civiltà?

By on Lug 22, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Pare che Hamza Piccardo, fondatore dell’Unione delle comunità islamiche in Italia, abbia gioito per ciò che definisce la “rivoluzione democratica in Turchia” auspicando che il presidente turco Erdogan riesca a trasformare il paese in una “grande nazione musulmana di fatto e di diritto”. Chi fa presente al signor Piccardo che la repressione di Erdogan non rispetta i diritti umani, riceve una risposta difficilmente equivocabile: “Un Paese come la Turchia non si governa con la mitezza, ahinoi, e già Macchiavelli ci parlava di “quanto gronda di sangue lo scettro ai regnatori“. Una concezione che più che al grande teorico della politica, mi fa pensare alla letteratura russa, (Dostoevskij in particolare) e all’idea che il popolo slavo possa essere governato a dovere solo con lo knut. Il signor Hamza Piccardo rappresenta l’ala, come dire?, più...

Radik

By on Lug 21, 2016 in Comunicazione

Ho sempre osservato con interesse l’apparire di una nuova parola. E con altrettanta apprensione. L’ingresso di nuove parole, mutuate da quelle straniere o frutto di invenzione, rappresenta una metamorfosi nel così detto “comune sentire”, un segnale di cambiamento in corso in uno o più settori della società. Le parole, si sa, non sono mai neutre e neppure ecumeniche, il loro uso (e abuso) denuncia immediatamente l’appartenenza culturale, sociale e persino psichica del parlante molto più degli abiti che indossa. Le nuove parole e i nuovi neologismi sono i messaggeri di un’epoca, un’età o anche solo una stagione. I più anziani non avranno difficoltà, Alzheimer a parte, a ricordare il lessico di trasmissioni come “Drive in” (peraltro molto divertente) che annunciava la stagione del craxismo imperante. E le innumerevoli “parole nuove”, molte delle quali già finite nella raccolta...

Affinità elettive

By on Giu 22, 2016 in Comunicazione

Il guaio con Michele Serra è che scrive sei giorni a settimana sul quotidiano più diffuso e letto d’Italia; sicché le cose che hai pensato tu la sera prima te le trovi scritte il giorno dopo, e oltretutto pure molto meglio di quanto avresti saputo fare. Questo non solo “è giornalismo” (titolo del più prestigioso premio di categoria) ma è anche, se non soprattutto, la manifestazione tangibile delle così dette “affinità elettive”. Serra è in perfetta corrispondenza di amorosi sensi con una larga, larghissima fetta di persone che hanno compiuto il lungo e faticoso percorso che dalla protesta giovanile li ha condotti al riformismo laico della maturità, la speciale condizione di consapevolezza e disincanto che nonostante tutto non nega il sogno e la speranza. Perché senza sogni e senza speranza non si va da nessuna parte, neppure a lavarsi i denti. (Un esempio magistrale di assonanza è il...

I sonnanbuli

By on Giu 2, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Nei giorni scorsi sono usciti su Rep due articoli di Andrea Bonanni dedicati all’Unione Europea. Da quando alcuni anni fa ha lasciato il “Corrierone”, Bonanni scrive sempre meglio, nel senso che affronta con coraggio e sapienza il mestiere dell’opinionista, tra i più difficili al mondo. Bisogna essere documentati e sapere a menadito ciò di cui si parla. Ma non basta. E’ indispensabile “prendere partito”, cioè portare ad una conclusione chiara e distinta il percorso dell’analisi che si è condotta. Ovviamente non è facile. E’ per questo che le opinioni e gli opinionisti che vale la pena di leggere sono pochi. Anche la spina dorsale del giornale per cui si scrive conta; è evidente che scrivere per il Corriere, organo ufficiale del movimento cerchiobottista italiano, è cosa molto diversa che firmare per Repubblica, quotidiano pieno di limiti e difetti a partire da Concita De Gregorio (per...