Affinità elettive

By on Giu 22, 2016 in Comunicazione

Il guaio con Michele Serra è che scrive sei giorni a settimana sul quotidiano più diffuso e letto d’Italia; sicché le cose che hai pensato tu la sera prima te le trovi scritte il giorno dopo, e oltretutto pure molto meglio di quanto avresti saputo fare. Questo non solo “è giornalismo” (titolo del più prestigioso premio di categoria) ma è anche, se non soprattutto, la manifestazione tangibile delle così dette “affinità elettive”. Serra è in perfetta corrispondenza di amorosi sensi con una larga, larghissima fetta di persone che hanno compiuto il lungo e faticoso percorso che dalla protesta giovanile li ha condotti al riformismo laico della maturità, la speciale condizione di consapevolezza e disincanto che nonostante tutto non nega il sogno e la speranza. Perché senza sogni e senza speranza non si va da nessuna parte, neppure a lavarsi i denti. (Un esempio magistrale di assonanza è il...

I sonnanbuli

By on Giu 2, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Nei giorni scorsi sono usciti su Rep due articoli di Andrea Bonanni dedicati all’Unione Europea. Da quando alcuni anni fa ha lasciato il “Corrierone”, Bonanni scrive sempre meglio, nel senso che affronta con coraggio e sapienza il mestiere dell’opinionista, tra i più difficili al mondo. Bisogna essere documentati e sapere a menadito ciò di cui si parla. Ma non basta. E’ indispensabile “prendere partito”, cioè portare ad una conclusione chiara e distinta il percorso dell’analisi che si è condotta. Ovviamente non è facile. E’ per questo che le opinioni e gli opinionisti che vale la pena di leggere sono pochi. Anche la spina dorsale del giornale per cui si scrive conta; è evidente che scrivere per il Corriere, organo ufficiale del movimento cerchiobottista italiano, è cosa molto diversa che firmare per Repubblica, quotidiano pieno di limiti e difetti a partire da Concita De Gregorio (per...

Quando si dice la sfiga

By on Giu 1, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

La comunicazione, in particolare quella pubblicitaria, dovrebbe essere compresa nell’elenco dei mestieri usuranti. Quelli che consentono (consentirebbero?) di andare in pensione prima. Prima degli altri che ci vanno, che ci andranno, che ci andrebbero (grazie alla signora Fornero ogni consecutio temporum si fa fragile e incerta come un passerottino caduto dal nido). E’ forse per questo che di pubblicitari anziani non se ne vedono. Sono tutti giovani, giovanissimi: costano meno (costano un cazzo) e non hanno grandi pretese. Credo li abbattano quando accennano ad invecchiare. Come i disc jockey o gli animatori dei villaggi. O diventano (in fretta) Fiorello, oppure via, di corsa al canile municipale. Ma non basta. Oltre all’età e alla fatica (provate voi a fare un mestiere che TUTTI sono convinti di saper fare: dal Presidente alla Segretaria del Presidente, giù giù per le gerarchie...

Gemelli diversi

By on Mag 30, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Che la comunicazione, tutta la comunicazione, viva di semplificazioni e di topoi è cosa ampiamente nota. E’ un problema di tempo, di velocità di lettura. Ma anche di pigrizia e di bisogno –  in perfetta relazione causa/effetto con la duplice pigrizia di scrive e di chi legge – di creare quelli che gli americani chiamano characters. Il teatrino della politica (era o non era il povero Bossi a chiamarlo così?) è zeppo come un secchio pieno di anguille di personaggi e personaggetti fissi e stereotipati come gli eroi di Disney: Topolino, acuto investigatore e fedele fidanzato; Pippo, buono, caro e deficiente (come quasi tutti coloro che insistono a farsi chiamare così). Paperino, sempre sfigato e sempre reattivo; Qui, Quo e Qua fastidiosamente perfettini come devono esserlo da contratto tutti i boy scout di questo mondo. Purtroppo, non sempre e non tutti i characters, ovvero la costruzione...