Il sorriso di Franti

By on Set 27, 2016 in Comunicazione

Confesso, ammesso che le mie confessioni abbiano un minimo interesse, di non aver visto nessuno dei film di Checco Zalone. Ne ha fatti quattro. se non sbaglio. Di non averlo mai seguito su Zelig: nel periodo in cui compariva, avevo smesso di guardare Zelig. Di aver detestato come una zanzara in camera da letto la sua canzone “Siamo una squadra fortissimi”. Confesso che di lui mi piace quasi niente, non il corpo, il volto, la pronuncia. Neppure la mimica m’aggrada. A parte un’apparizione in una libreria Feltrinelli a Bari in cui fingeva una “unrequested” nel corso della presentazione di un libro di De Gregori. Si è messo a cantare “Gli uomini sessuali” costringendo il Francesco al duetto. Irresistibile. Lo Zalone intendo. Pure il testo mi è sembrato intelligente perché cattivissimo. E viceversa. E con questo credevo di aver archiviato la pratica. Tanto, mi son detto, i grandi...

Gli spari sopra

By on Set 23, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Nonostante l’insensata sproporzione tra l’esigua velocità dei veicoli e lo spaventoso rumore delle sirene, noi siamo tra quelli che non sparano sulla Croce Rossa. Bisogna tuttavia ammettere che la Ministra Lorenzin (orrendo neologismo che viola l’intimità della lingua italiana fin nei più profondi recessi) gli spari se li va a cercare. Non contenta di aver scupolosamente seguito la regola dorotea dello scarica barile – interpretato in questo caso dalla signora Daniela Rodorigo, la sfortunata (eufemismo) Direttora della Comunicazione da 220 mila euro l’anno – rilascia anche dichiarazioni del tipo: “basta polemiche, contano i fatti” e “c’è tanta gente che aspira al mio posto”. La Ministra ha ragione, contano i fatti: sarebbero imbarazzanti se non fossero vergognosi. Ed è indubbiamente vero che c’è molta “gente” che aspira al suo posto, suo nel senso che ora è occupato da lei...

Best practices

By on Set 13, 2016 in Comunicazione

Era un po’ che non sentivo pronunciare quest’espressione e lo confesso, credevo non mi mancasse. Eppure l’altra sera salendo in ascensore in compagnia di una giovane (e bella) professional, m’ha fatto piacere sentirla. Di nuovo. Dopo tanto tempo. La giovane professionista parlava al cellulare con gli auricolari d’ordinanza: “Il conto economico sarà una tragedia ” diceva “Ma del resto il loro obiettivo era la quota: sono riusciti là dove non ce l’aveva fatta nessuno. Questa sì che è una vera best practices!”. Al di là dell’entusiasmo della mia compagna di (breve) viaggio, best practices è un concetto che come spesso accade nel nostro Paese vuol dire tutto e nulla a seconda delle situazioni, delle mode linguistiche e dei crampi mentali come li chiamava Arbasino di questo o quel Amministratore Delegato. Eppure di “buone pratiche” come piace chiamarle a me traducendo all’amatriciana, le...

Chi è orbo surdo e taci

By on Set 4, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Se fossi saggio non dico la metà ma anche solo un ottavo di quanto lo è Wladek Goldkorn, l’autore di “Il bambino nella neve”, libro che se fossi il Ministro dell’Istruzione di questo sciagurato paese farei leggere in tutte le scuole di ogni ordine e grado; se fossi saggio avrei evitato come la peste di cadere nel trappolone di commentare gli altrui commenti (nell’ordine: stupiti, stupefacenti o anche più semplicemente stupidi) sulle vignette di Charlie Hebdo. Non quelle dedicate a Maometto, bensì ai terremotati di Amatrice e dintorni. Mentre Goldkorn si rifiutava con gentile fermezza di entrare nel merito come si diceva un tempo (“non sono un semiologo” rispondeva) io ci sono cascato in pieno. Cito lui piuttosto che un sacco di altre persone sensate e intelligenti che hanno evitato con cura di pestare la merdaccia perché in tal modo ho un’occasione in più per citare il suo libro...