Best practices

By on Set 13, 2016 in Comunicazione

Era un po’ che non sentivo pronunciare quest’espressione e lo confesso, credevo non mi mancasse. Eppure l’altra sera salendo in ascensore in compagnia di una giovane (e bella) professional, m’ha fatto piacere sentirla. Di nuovo. Dopo tanto tempo. La giovane professionista parlava al cellulare con gli auricolari d’ordinanza: “Il conto economico sarà una tragedia ” diceva “Ma del resto il loro obiettivo era la quota: sono riusciti là dove non ce l’aveva fatta nessuno. Questa sì che è una vera best practices!”. Al di là dell’entusiasmo della mia compagna di (breve) viaggio, best practices è un concetto che come spesso accade nel nostro Paese vuol dire tutto e nulla a seconda delle situazioni, delle mode linguistiche e dei crampi mentali come li chiamava Arbasino di questo o quel Amministratore Delegato. Eppure di “buone pratiche” come piace chiamarle a me traducendo all’amatriciana, le...

Chi è orbo surdo e taci

By on Set 4, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Se fossi saggio non dico la metà ma anche solo un ottavo di quanto lo è Wladek Goldkorn, l’autore di “Il bambino nella neve”, libro che se fossi il Ministro dell’Istruzione di questo sciagurato paese farei leggere in tutte le scuole di ogni ordine e grado; se fossi saggio avrei evitato come la peste di cadere nel trappolone di commentare gli altrui commenti (nell’ordine: stupiti, stupefacenti o anche più semplicemente stupidi) sulle vignette di Charlie Hebdo. Non quelle dedicate a Maometto, bensì ai terremotati di Amatrice e dintorni. Mentre Goldkorn si rifiutava con gentile fermezza di entrare nel merito come si diceva un tempo (“non sono un semiologo” rispondeva) io ci sono cascato in pieno. Cito lui piuttosto che un sacco di altre persone sensate e intelligenti che hanno evitato con cura di pestare la merdaccia perché in tal modo ho un’occasione in più per citare il suo libro...

Scontro di civiltà?

By on Lug 22, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

Pare che Hamza Piccardo, fondatore dell’Unione delle comunità islamiche in Italia, abbia gioito per ciò che definisce la “rivoluzione democratica in Turchia” auspicando che il presidente turco Erdogan riesca a trasformare il paese in una “grande nazione musulmana di fatto e di diritto”. Chi fa presente al signor Piccardo che la repressione di Erdogan non rispetta i diritti umani, riceve una risposta difficilmente equivocabile: “Un Paese come la Turchia non si governa con la mitezza, ahinoi, e già Macchiavelli ci parlava di “quanto gronda di sangue lo scettro ai regnatori“. Una concezione che più che al grande teorico della politica, mi fa pensare alla letteratura russa, (Dostoevskij in particolare) e all’idea che il popolo slavo possa essere governato a dovere solo con lo knut. Il signor Hamza Piccardo rappresenta l’ala, come dire?, più...

Radik

By on Lug 21, 2016 in Comunicazione

Ho sempre osservato con interesse l’apparire di una nuova parola. E con altrettanta apprensione. L’ingresso di nuove parole, mutuate da quelle straniere o frutto di invenzione, rappresenta una metamorfosi nel così detto “comune sentire”, un segnale di cambiamento in corso in uno o più settori della società. Le parole, si sa, non sono mai neutre e neppure ecumeniche, il loro uso (e abuso) denuncia immediatamente l’appartenenza culturale, sociale e persino psichica del parlante molto più degli abiti che indossa. Le nuove parole e i nuovi neologismi sono i messaggeri di un’epoca, un’età o anche solo una stagione. I più anziani non avranno difficoltà, Alzheimer a parte, a ricordare il lessico di trasmissioni come “Drive in” (peraltro molto divertente) che annunciava la stagione del craxismo imperante. E le innumerevoli “parole nuove”, molte delle quali già finite nella raccolta...